La scomparsa di Mikhail Gorbaciov
Scomparso nella notte l'ultimo presidente dell'Unione Sovietica. Il 23 aprile 1999 la sua visita a Brescia
Nella notte è morto Mikhail Gorbaciov, l’ultimo presidente dell’Unione Sovietica: lo ha riferito l’ospedale centrale di Mosca, citato dall’agenzia di stampa Tass. Secondo le informazioni diffuse dalla clinica, l’ex dirigente è scomparso questa sera a 91 anni, “dopo una grave e lunga malattia”.
Al vertice del Partito comunista sovietico e dell’Urss dal 1985 al 1991, Gorbaciov fu sostenitore di riforme ad ampio spettro, con la “perestrojka”, la transizione economica e sociale, e la “glaznost”, il principio dell’apertura, della liberalizzazione e della trasparenza. Sotto la sua guida, si innescarono processi internazionali che condussero da un lato alla fine della Guerra fredda con gli Stati Uniti, anche attraverso la firma nel 1988 con il presidente americano Ronald Reagan dell’accordo che permise di superare il contenzioso nucleare sugli “euromissili”, e dall’altro alla riunificazione della Germania e alla disgregazione dell’Urss.
Per l’impegno in favore di pace e distensione, Gorbaciov fu insignito della medaglia Otto Hahn nel 1989 e del Nobel per la pace nel 1990. Firmò poi lo scioglimento dell’Unione Sovietica il 26 dicembre 1991, pochi mesi dopo che diverse repubbliche dell’Urss avevano proclamato la propria indipendenza. Tra queste l’Ucraina, dove il 24 agosto di quell’anno a votare per la separazione da Mosca erano stato il locale parlamento sovietico.
Il 1° dicembre 1989 fu protagonista di uno degli incontri storici del XX secolo. In Vaticano incontrò Giovanni Paolo II nel primo faccia a faccia tra un Papa cattolico ed un Presidente dell'est, alla vigilia dell'inizio del crollo dell'impero comunista.
Nonostante i significativi riconoscimenti internazionali, negli ultimi decenni Gorbaciov non ha goduto di popolarità in Russia, sia alla luce delle difficoltà economiche e sociali all’interno sia della perdita di influenza del Paese all’esterno. La disgregazione dell’Urss, con la fine del controllo di Mosca su ampi territori già parte dell’impero zarista dall’Ucraina al Kazakistan e la parallela avanzata verso oriente della Nato, avevano peraltro portato l’attuale presidente Vladimir Putin a definire la fine dell’esperienza sovietica “la peggiore catastrofe geopolitica del XX secolo”.
Negli ultimi anni Gorbaciov era intervenuto di rado sulle vicende della politica russa e così era stato, anche a causa della sua malattia, anche dopo l’inizio dell’offensiva militare di Mosca in Ucraina il 24 febbraio di quest’anno.
L’ultimo presidente dell’Urss era nato il 2 marzo 1931, nel villaggio di Privolnoye, nel sud-ovest della Russia sovietica. Entrambi i suoi nonni avevano lavorato nei “gulag”, vittime delle repressioni dei tempi di Stalin. La sua era una famiglia contadina, russa e ucraina allo stesso tempo, oggi forse solo una nota a pie’ pagina in tempi di guerra.
Nei ricordi dei bresciani sono ancora vive le immagini della vista che l’ex presidente dell’Urss, su invito della fondazione che portava il suo nome, fece il 23 aprile 1999. In Loggia incontrò l’Amministrazione Comunale e quella provinciale affrontando nel suo indirizzo di saluto temi allora di grande attualità come gli assetti dell’area balcanica alle prese con la guerra nella ex Jugoslavia, la sete di libertà dei popoli dell’est europeo dopo la fine dell’impero sovietico e altri ancora. Nella stessa giornata Gorbaciov incontrò anche l’allora vescovo di Brescia mons. Giulio Sanguineti in episcopio. Nel corso della sua visita ebbe anche modo di incontrare diverse realtà del panorama produttivo locale. Tra queste la Marzoli di Palazzolo sull’Oglio; nel corso della visita ai reparti chiese agli operai quali fossero le condizioni di lavoro in fabbrica e a casa, stringendo a ognuno la mano.