È guerra!
Questa mattina alle 4 (ora italiana) l'annuncio di Putin: via all'invasione dell'Ucraina. L'apprensione del mondo; Papa Francesco indice per il 2 marzo una giornata di digiuno e di preghiera per la pace
È lo scenario più drammatico che si potesse immaginare quello che si è configurato all’alba questa mattina (le 4 in Italia),quando Vladimir Putin ha dichiarato guerra all’Ucraina e, inidirettamente anche al resto del mondo, che è stato avvertito: chiunque tenti di interferire con l’intervento militare russo subirà "conseguenze come non ne avete mai viste". Quasi in contemporanea, il primo allarme da Kiev, dove sono state sentite cinque grosse esplosioni. E poi Odessa, Kharkiv, Mariupol a Sud del Donbass e in altre città del Paese. Da Washington, il presidente Joe Biden ha condannato questo l’“attacco non provocato e non giustificato”, per il quale gli Stati Uniti e i loro alleati «chiederanno conto alla Russia». «Questa - ha scritto su Twitter il primo ministro belga Alexander De Croo - è l’ora più buia per l’Europa dalla Seconda guerra mondiale».
L’ipocrisia del presidente russo è arrivata a negare che quanto sta accadendo sia una guerra. La Russia non intende occupare l’Ucraina, ha detto Putin, ma “solo” demilitarizzarla e - testuale - «denazificarla, portando a giudizio coloro che hanno compiuto crimini contro civili, inclusi cittadini della Federazione Russa». Ai militari ucraini si chiede di deporre le armi e «andare a casa». Un’operazione necessaria per «proteggere la popolazione civile di Donetsk e Luhansk», le due regioni separatiste dell’Ucraina orientale che si erano autoproclamate indipendenti nel 2014 e che solo otto anni dopo, il 21 febbraio scorso, Putin ha dichiarato di riconoscere. Di fatto, già una violazione della sovranità ucraina: molti avevano sperato che quella decisione, accompagnata da una presenza militare russa nella regione, sarebbe bastata. Invece, era solo il primo passo. Il pretesto per scatenare un’invasione che non si è fermata né al Donbass né al Sud dell’Ucraina. Ma che è arrivata a Kiev.
In un video rilasciato subito dopo l’attacco il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyj ha invitato la popolazione alla calma, e proclamato la legge marziale. In un quadro ancora confuso e costellato da affermazioni ancora parziali e confuse, le guardie di confine ucraine riferiscono che i russi hanno attaccato anche dalla Bielorsussia. Un attacco di artiglieria sarebbe stato lanciato anche da Sud, dalla Crimea.
Il discorso con cui Putin ha annunciato in tv l’intervento in Ucraina è il seguito del lungo atto di accusa all’Occidente pronunciato due giorni fa, e di tutte le altre dichiarazioni premonitrici di queste settimane in cui vari leader si sono presentati al Cremlino per sentirsi dire, invariabilmente, che Europa e Stati Uniti hanno ignorato le preoccupazioni di Mosca riguardo a un possibile ingresso dell’Ucraina nella Nato, e la richiesta di assumere un impegno vincolante per assicurare la sicurezza dei confini russi.
Queste le parole di Putin: “Ho qualche parola per chi fosse tentato di interferire con quanto sta succedendo: chiunque cerchi di ostacolarci, o peggio di minacciare il nostro Paese e la nostra gente, sappia che la risposta russa sarà immediata e porterà a conseguenze che non avete mai visto nella storia. Siamo pronti per ogni sviluppo, tutte le decisioni necessarie sono state prese. Spero di essere ascoltato”.
Il presidente americanoJoe Biden ha denunciato l'"attacco non provocato e ingiustificato" della Russia contro l'Ucraina e come Putin abbia "scelto una guerra premeditata che porterà a una catastrofica perdita di vite umane e sofferenze umane". "Le preghiere del mondo intero sono per il popolo dell'Ucraina - afferma in una dichiarazione diffusa dalla Casa Bianca - che subisce un attacco non provocato e ingiustificato da parte delle forze militari russe".
Biden parlerà prima con i leader del G7 e poi agli americani "per annunciare le conseguenze ulteriori" che Usa e alleati "imporranno alla Russia per questo atto di aggressione non necessario contro l'Ucraina e la pace e la sicurezza globale". "Ci coordineremo con i nostri alleati Nato per garantire una risposta forte e unita che scoraggi qualsiasi aggressione contro l'Alleanza".
Il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha condannato in una dichiarazione l'attacco della Russia all'Ucraina come una "palese violazione del diritto internazionale" che "non può essere giustificata da nulla".
In attesa della convocazione d’urgenza del Consiglio europeo anche il premier Mario Draghi ha rilasciato una stringata ma dura dichiarazione: "Il governo italiano condanna l’attacco della Russia all’Ucraina. È ingiustificato e ingiustificabile. L’Italia è vicina al popolo e alle istituzioni ucraine in questo momento drammatico. Siamo al lavoro con gli alleati europei e della Nato per rispondere immediatamente, con unità e determinazione".
“Prego tutte parti coinvolte perché sia astengano da ogni azione che provochi ancora più sofferenza tra le popolazioni, destabilizzando la convivenza tra le nazioni e screditando il diritto internazionale”. È stato questo l’ennesimo appello per la pace in Ucraina, pronunciato dal Papa al termine dell’udienza di ieru in Aula Paolo VI. “Nonostante sforzi diplomatici delle ultime settimane – ha denunciato Francesco – si stanno aprendo scenari sempre più allarmanti. Con me tanta gente nel mondo sta provando angoscia e preoccupazione. Ancora una volta la pace di tutti è minacciata da interessi di parte. Vorrei appellarmi a quanti hanno responsabilità politica perché facciano un serio esame di coscienza davanti a Dio, che è il Dio della pace e non della guerra: il padre di tutti, non solo di qualcuno, che ci vuole fratelli e non nemici”. Rivolgendo, poi, in appello a “credenti e non credenti”, il Papa ha proposto per il 2 marzo, Mercoledì delle Ceneri, una Giornata di preghiera e digiuno: “Gesù ci ha insegnato che all’insensatezza diabolica della violenza si risponde con le armi di Dio, con la preghiera e il digiuno. La Regina della pace preservi il mondo dalla follia della guerra”.