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Città del Vaticano
di FRANCESCA SABATINELLI - VATICAN NEWS 15 ott 2024 07:37

Attacchi a Unifil figli della diplomazia in crisi

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Questa mattina su Vatican News un'interessante intervista in cui Romano Prodi analizza le ragioni di ciò che sta avvenendo in Medio Oriente

"Gli attacchi contro le postazioni della missione Unifil sono inaccettabili", così l'Alto rappresentante europeo per gli Affari esteri e la politica di sicurezza, Josep Borrell ha reso noto l'accordo dei 27 Stati membri a sostegno di forza di pace dell'Onu. “È assolutamente inaccettabile - ha continuato -attaccare le truppe delle Nazioni Unite". Anche papa Francesco, al termine dell’Angelus di domenica, dopo avere espresso la sua vicinanza alle popolazioni coinvolte di Palestina, Israele e Libano, aveva chiesto il rispetto delle forze di pace delle Nazioni Unite impegnate nell’area. Questa mattina Francesca Sabatinelli, su www.vaticannews.va, firma un’interessante intervista Romano Prodi, già Presidente del Consiglio italiano e della Commissione europea, proprio sugli ormai ripetuti attacchi israeliani alla missione. Di seguito i passaggi più significativi.

Presidente, come ha accolto l'appello di ieri del Papa perché siano rispettate le forze di pace dell'Onu in Libano?

Lo accolgo con speranza perché è la parola unica che si può avere. La situazione infatti è molto molto pesante. Ci sono avvenimenti che mai avevamo potuto vedere nella nostra storia. Sparare contro le truppe dell’Onu è qualcosa di diverso dal solito. Cosa si vuole, far la guerra al mondo? O noi ci identifichiamo con l’Onu, oppure quel poco di ordine, che è ancora poco, va nel nulla.

In questi anni, cosa ha fatto degenerare a tal punto la situazione?

Il mondo che si è sempre più diviso. Speravamo, dopo la caduta del muro di Berlino, ci fosse un momento di unità, di cooperazione. E c’è stato. Poi, via via, le tensioni sono aumentate e il mondo oggi è sempre più diviso in due blocchi: west (ovest) contro rest (il resto del mondo), si dice. Questo è proprio ciò che non deve avvenire. Non c’è nessun interesse del west ed è un dramma per il resto del mondo. Però dobbiamo aspettare le elezioni americane, di questa incertezza americana Netanyahu si sta ovviamente approfittando ed io ho paura che per un po’ di tempo non si possa parlare di pace.

Secondo lei, qual è la strategia che sta inseguendo il premier israeliano?

Conquistare tutto il territorio, sostanzialmente un’azione di espulsione di tutta la presenza palestinese. Mettere la comunità internazionale di fronte a uno stato di fatto. Del resto, già oggi, oltre Gerusalemme, nella Palestina ci sono 500mila coloni. Quindi, è già compiuta, ecco.

Hezbollah, l’Iran, Hamas sono intenzionati a contrastare questa azione...

In questo momento non hanno la forza di fare nulla. Sul campo, in realtà, la forza di Israele è preponderante. Vedremo come si evolveranno i rapporti internazionali, ma certamente vi è una superiorità militare da tutti riconosciuta, è un dato di fatto. Poi c’è un altro problema: quella meravigliosa frase del Papa “la guerra mondiale a pezzi” purtroppo è proprio vera. Noi abbiamo l’attenzione sul conflitto arabo-israeliano ma tutto il Medio Oriente è in subbuglio. Pensiamo a cosa sta succedendo nel Sudan, nel Mar Rosso... Tutto si aggiunge con i Paesi che ora si accostano all’una o all’altra parte con una instabilità impressionante. E certo, ci vorrebbe la Conferenza internazionale in questi casi, ma non sono così ingenuo da pensare che possa avvenire in un tempo fattibile, in un tempo rapido. Mi auguro che almeno dopo le elezioni americane ci sia un dialogo tra Cina e Stati Uniti che in qualche modo calmi le acque.

Ma perché la diplomazia sembra incagliata?

Non sembra, è incagliata. Non c’è neanche per l’Ucraina, è una situazione incredibile. L’assalto al presidio Onu mi ha preoccupato perché è il simbolo più palese della mancanza di diplomazia.

Si tratta di una deficienza della diplomazia stessa oppure di una presunzione di superiorità che va avanti contro tutto e tutti?

È il periodo della forza. E la diplomazia è messa in un angolo. È chiaro, l’indebolimento dell’Onu non è un fatto di oggi, è una cosa lunga e progressiva. Le grandi potenze l’hanno sostituita, il Consiglio di Sicurezza ha reso l’Assemblea dell’Onu emarginata. Però è simbolico questo ulteriore passo perché mai si era andati con le armi contro chi rappresenta la più elevata diplomazia del mondo, l’Onu.


FRANCESCA SABATINELLI - VATICAN NEWS 15 ott 2024 07:37