Vittime degli jihadisti: 38mila morti all'anno
I dati del V Rapporto sui conflitti dimenticati "Cibo di guerra", dedicato quest'anno al rapporto tra guerra e cibo, curato da Caritas italiana
Sono i dati che emergono da V Rapporto sui conflitti dimenticati "Cibo di guerra", dedicato quest'anno al rapporto tra guerra e cibo, curato da Caritas italiana, in collaborazione con Famiglia Cristiana e Il Regno, e presentato oggi all'Expo. Nel rapporto viene evidenziata una pericolosa inversione di tendenza: "Dopo anni di segno positivo, gli indicatori che misurano il grado di 'pacificità' del pianeta iniziano a puntare verso il basso", con un aumento dell'intensità dei conflitti tra Stati, "un significativo coinvolgimento della popolazione civile e un crescente ricorso all'impiego di tattiche tipiche dell'azione terroristica".
Il 95% delle 38mila vittime l'anno degli attacchi jihadisti sono concentrate in 5 Paesi in via di sviluppo in Asia e Africa, coinvolgendo sempre più scuole, università, studenti, civili. Tutte le guerre, rileva il rapporto Caritas, indossano delle "maschere", che spesso vengono confuse con le cause vere del conflitto stesso: al primo posto quella religiosa. La spesa militare globale, alla fine del 2014, vede gli Stati Uniti al primo posto (35,1%), poi la Cina (8%), l'Arabia Saudita (5%), la Russia (4,4%), il Regno Unito (3,8%), la Francia (3,3%), il Giappone (3%).
Parallele alle azioni di guerra e terrorismo è sorto in questi anni l'uso dei video su YouTube come strumento propagandistico. La ricerca si è concentrata su quelli pubblicati da Russia today, Vice news, Cnn e Al Jazeera english dal 16 al 22 febbraio 2014, per un totale di 428 video esaminati, visualizzati da 7 milioni di persone. Il maggior numero di video è stato diffuso dalla Cnn (205), seguita da Al Jazeera (116). Questi video superano in alcuni casi il 50% di tutte le notizie video trasmesse sui canali YouTube di queste testate, con "un nuovo rischio di manipolazione", come dimostrano i filmati diffusi dall'Isis, condivisi on line per terrorizzare il nemico. Per questo il rapporto Caritas avverte: "C'è un forte bisogno di contestualizzazione e mediazione giornalistica", altrimenti "saremo tutti più informati ma diventeremo anche più manipolabili".
AGENSIR
12 set 2015 00:00