Storie di giovani: c'è che si apre al futuro con la Gmg a chi affida a un'arma la sua disperazione
Nove morti a Monaco di Baviera, un altro nei pressi di Stoccarda, feriti a un concerto a Norimberga. Mentre migliaia di giovani sono in viaggio per Cracovia, altri affidano alla morte le loro difficoltà
Le notizie drammatiche che arrivano dalla Germania dove, nel breve volgere di qualche ora si sono registrati i gesti folli del diciottenne che ha aperto il fuoco su tanti coetanei presenti in un centro commerciale di Monaco e quelli, altrettanto drammatici, di due giovani profughi siriani che accecati dalla rabbia per aver visto respinta la richiesta dello status di rifugiati hanno ucciso (uno) una giovane donna e si sono fatti esplodere (l'altro) davanti a un locale in cui si stava tenendo un concerto nei pressi di Norimberga, confermano che a ogni latitudine c'è un universo giovanile che soffre e che, se non adeguatamente ascoltato, rischia di diventare protagonista di gesti folli e, forse, di diventare strumento di chi ha tutto l'interesse a seminare panico e odio
L'incubo ormai globale del terrorismo made in Isis ha per qualche ora gettato la Germania nel panico. A pochi giorni dai fatti di Nizza la notizia che il protagonista della sparatoria (costata la vita a nove persone nel centro commerciale della capitale della Baviera fosse un giovane tedesco di origini iraniane ha indotto a ritenere che il suo fosse un gesto terroristico in piena regola. Solo col passare delle ore si è scoperto che si è trattata di una tardiva e tragica reazione a episodi di bullismo di cui era stato vittima negli anni della scuola, una reazione pianificata con cura.
Anche lui vittima, come le nove persone cadute ieri sotto i colpi della sua stessa pistola. Ali Sonbol, diciottenne tedesco di origini iraniane era vittima di problemi psichici per i quali era stato in cura e, nel passato, era stato vittima anche di bullismo. Sulla base di questi elementi, il ministro dell’Interno tedesco de Maizie’re ha pubblicamene escluso ogni possibile legame con il terrorismo, nessun collegamento con l’Is, quindi, ma emulazione di altri due stragisti folli: Anders Breivik, autore del massacro di Utoya, in Norvegia: 69 ragazzi uccisi, il cui anniversario, cinque anni, cadeva proprio ieri, e poi il 17enne Tim Kretshmer, che nel 2009, in una scuola di Winneden, vicino Stoccarda, uccise 15 persone. Sonbol nutriva vera e propria ammirazione per i due gesti sui quali, è stato accertato, era ampiamente documentato.
Marco Paolino, docente di storia contemporanea all’Università della Tuscia, studioso di questioni tedesche e collaboratore della Fondazione Ratzinger e dell’Istituto romano della Görres Gesellschaft, così ha commentato per Radio Vaticana quanto è avvenuto a Monaco: "Situazioni di una certa emarginazione o anche di mobbing su questo adolescente – perché abbiamo a che fare con un ragazzo di 18 anni – potrebbero aver innescato reazioni negative. In Germania ci sono situazioni di persone che forse non sono curate adeguatamente, sotto un controllo costante da parte delle autorità mediche, con problematiche di tipo psichiatrico. Però, obiettivamente, potrebbe esserci anche una motivazione di tipo sociale di questi giovani che appartengono a popolazioni o a gruppi etnici arrivati in Germania da diverso tempo e che forse non vengono più accolti come erano stati accolti i loro padri e i loro nonni. E quindi c’è probabilmente anche una componente che deve far riflettere le autorità tedesche e soprattutto chi – all’interno della Germania – si occupa dell’educazione di queste persone, nei contesti scolastici e formativi".
M. VENTURELLI
26 lug 2016 00:00