Difficile parlare, il loro sangue ci chiama
Funzione commemorativa ieri sulle fosse comuni di Bucha. A presiederla Sua Beatitudine Sviatoslav Shevchuk, arcivescovo maggiore di Kiev e capo della chiesa greco-cattolica ucraina, che ha reso visita alle città di Irpin, Bucha e Gostomel liberate dall’occupazione russa. Ad Irpin, l’arcivescovo ha visitato la Chiesa della Natività della Beata Vergine e a Bucha – si legge sul sito della chiesa greco-cattolica – ha pregato su una delle fosse comuni in memoria “di tutti gli innocenti uccisi dagli occupanti. “È molto difficile parlare. Il loro sangue chiama da qui, da questa terra, al cielo. E il cuore cristiano deve udire il grido di questo sangue”.
“Siamo venuti qui per pregare per la loro pace eterna”, ha detto Sua Beatitudine Sviatoslav dopo la Messa esequiale a Bucha, aggiungendo che è importante che non solo l’Ucraina ma il mondo intero provino questo dolore. Sua Beatitudine Sviatoslav ha sottolineato che “se questo peccato non è condannato, se questo crimine non è denunciato, può essere ripetuto”. “Ognuno di noi potrebbe essere in questa fossa comune”, ha detto. “Possa il Signore Dio far riposare le anime dei suoi servi innocenti uccisi, possa salvare vite umane, possa proteggere l’Ucraina da quei criminali che sono venuti per uccidere, saccheggiare e distruggere. Memoria eterna agli innocenti uccisi!” – ha aggiunto il Primate.
Il comunicato ricorda che dopo la liberazione dall’occupazione russa, centinaia di corpi di civili torturati e dozzine di fosse comuni sono stati trovati in molte città intorno a Kiev, tra cui Irpen, Bucha, Gostomel, Motyzhyn e Borodyanka. Nella sola Bucha, secondo il sindaco Anatoliy Fedoruk, quasi 300 persone sono state sepolte in fosse comuni e dozzine di cadaveri giacevano nelle strade in rovina della città, alcuni con le mani legate.