Ritorno a scuola: lo stress va a palla
Il tema è molto discusso negli Stati Uniti, soprattutto in relazione all’eccesso di compiti, ai cambi di insegnante e ai troppi impegni extrascolastici. Tutto pesa sulla tranquillità e soprattutto sulla capacità di concentrazione degli studenti. Per non parlare dell’ansia da prestazione moltiplicata dai social
Negli Stati Uniti, dove le lezioni sono già riprese, il dibattito è molto acceso e i media stanno dedicando ampio spazio all’argomento. Anche il web in lingua inglese ormai è pieno di siti di consigli e di assistenza psicologica per adolescenti e genitori. Secondo la Cnn, per esempio, il 53% dei genitori indica nell’eccesso dei compiti a casa, la principale causa di stress dei figli ma le cose, ovviamente, sono più complicate di così. “Ogni volta che lavoro con una famiglia, guardo sempre l'adulto. Quando c’è un problema di ansia più pronunciato nei bambini, di solito è perché sono i genitori ad avere un proprio problema legato all’ansia.
Gli adulti ansiosi enfatizzano e acutizzano gli atteggiamenti ansiosi dei figli”, ha spiegato in questi giorni ai media Usa Linda Esposito, assistente sociale e psicoterapeuta a Los Angeles, fondatrice di “Wiredforhappy”, un blog sulla salute mentale e il benessere. Uno dei problemi dell’inizio del nuovo anno scolastico, spiega la Esposito, è comunque anche l’aumento dello stress dei genitori. La sveglia all’alba per accompagnare i ragazzi, l’acquisto dei libri di testo, gli incontri con gli insegnanti modificano in peggio la routine quotidiana aumentando la pressione psicologica degli adulti e non solo quella dei ragazzi. Il consiglio della Esposito è di inventare e poi difendere dei mini spazi per sé stessi: un caffè solitario la mattina prima della baraonda, dieci minuti di meditazione sul letto, e altre cose del genere.
L’aspetto più inquietante, però, rimane la crescita esponenziale dei livelli di stress. Per tutti ma soprattutto per i ragazzi. Secondo un’opinione molto diffusa negli Usa, gli adolescenti di oggi sono molto più stressati di quanto non fossero i loro genitori alla loro età. “Si tratta di un problema molto serio e ci sono molte ricerche in corso su questo tema. Ci si aspetta molto più dagli adolescenti di oggi”, ha detto Nancy Friedman, co-fondatrice a New York di una piattaforma di video sharing sulla vita familiare chiamato “KidzVuz”. Un sondaggio, condotto dal network radiofonico NPR con la “Robert Wood Johnson Foundation” e la “Harvard School of Public Health”, ha rilevato che quasi il 40% dei genitori si dice preoccupato per il livello di stress scolastico dei figli.
Uno dei fattori di stress però è legato anche (e soprattutto) ad una delle abitudini extrascolastiche più diffuse fra gli adolescenti della generazione dei nativi digitali: l’assidua frequentazione dei social media. L’ansia da prestazione (il voto nei compiti in classe o nelle interrogazioni, i risultati degli esami, eccetera) si moltiplica con il confronto su Facebook o simili. Daniel Goleman, psicologo e autore del bestseller del New York Times “Intelligenza emotiva”, dice che tutti i social media e la tecnologia avanzata significano più distrazioni per i bambini e meno tempo per staccare veramente. Con le nuove console di videogiochi collegate in rete, inoltre, adesso l’ansia da prestazione si moltiplica con la condivisione “social” delle gare nei videogiochi. I ragazzi passano, senza soluzione di continuità, dal confronto delle proprie prestazioni scolastiche o sportive sui social al confronto delle proprie competenze da “videogame player” nelle gare giocate sul web con compagni di gioco occasionali che vivono in Cina o in Europa. “Una volta i bambini si sdraiavano sui prati a guardare le nuvole e ad immaginare”, ha detto Goleman, il cui libro più recente è “Focus: The Hidden Driver of Excellence!”. “Ora smanettano sui video giochi e sono in competizione con qualche ragazzino ad Hong Kong”.
RINO FARDA (AGENSIR)
08 set 2015 00:00