lock forward back pause icon-master-sprites-04 volume grid-view list-view fb whatsapp tw gplus yt left right up down cloud sun
New York
di VATICAN NEWS 24 set 2024 07:34

Povertà, debito, armi nucleari ostacoli alla pace

Ascolta

Il segretario di Stato Parolin è intervenuto al Summit of the Future durante la 79.ma sessione dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite: "Un vertice di speranza in un contesto di crisi del multilateralismo".

La pace, quella che solo il dialogo può costruire. Poi l’eliminazione della povertà, la promozione dello sviluppo umano integrale, l’uguaglianza e la dignità sovrana delle nazioni, l’eliminazione totale delle armi nucleari e la cancellazione del debito. Ancora, i pericoli e le opportunità dell’Intelligenza Artificiale, il “sogno” di lavorare insieme per la giustizia e la pace che sembra ormai “superato” e "utopico". Infine, il rifiuto dell’aborto, alcune riserve e precisazioni su “diritti riproduttivi”, aborto, genere e identità sessuale. E’ stato un intervento denso di riferimenti all’attualità, con le sue lacerazioni, le sue opportunità e i suoi rischi, quello che il segretario di Stato card. Pietro Parolin ha pronunciato ieri alla 79.ma Sessione dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite di New York.

L’intervento del segretario di Stato ha preso le mosse da una riflessione sull’attuale contesto mondiale che sembra aver messo in seria crisi il sistema multilaterale. Ne è prova l’“erosione della fiducia tra le nazioni”, come si denota dalla crescente intensità dei conflitti. “Questo Vertice dovrebbe essere fonte e motivo di speranza”, ha ricordato Parolin, citando il Papa. Ha poi spostato lo sguardo al futuro, che, ha ricordato, va costruito sulla base di principi quali “l’intrinseca dignità divina di ogni individuo”, “la promozione dello sviluppo umano integrale”, “l’uguaglianza e la dignità sovrana di tutte le nazioni e l'instaurazione della fiducia tra di esse”.

A questi principi devono corrispondere delle azioni in diversi ambiti. In primo luogo “l’eliminazione della povertà”, obiettivo che dovrebbe essere prioritario perché “lo sviluppo è il nome della pace”, ha sottolineato il card. Parolin. “Un futuro pacifico e prospero richiede la volontà politica di utilizzare tutti i mezzi possibili per raggiungere uno sviluppo sostenibile”. Ciò include “la riforma delle istituzioni finanziarie internazionali, la ristrutturazione del debito e l’attuazione di strategie di cancellazione del debito”.

Nel prosieguo del suo intervento il Segretario di stato vaticano si è concentrato sul perseguimento della pace: un fine che, ha rimarcato, “richiede l’attuazione di un disarmo generale e, in particolare, l’eliminazione totale delle armi nucleari”. Occorre, cioè, “mettere da parte le ristrette considerazioni geopolitiche e resistere alle forti lobby economiche per difendere la dignità umana e garantire un futuro in cui tutti gli esseri umani possano godere di uno sviluppo integrale, sia come individui che come comunità”.

Nel suo discorso alle Nazioni Unite il card. Parolin ha toccato altri temi che figurano anche le tre priorità di papa Francesco. In tema di intelligenza artificiale ultima espressione della “vasta espansione delle attività industriali e delle meravigliose scoperte della scienza”, ha ricordato, però, la necessità di una sua regolamentazione. Da parte sua, la Santa Sede “auspica un quadro normativo per l’etica dell'IA” che affronti, tra l’altro, “la protezione dei dati, la responsabilità, i pregiudizi e l'impatto dell’IA sull'occupazione”. Soprattutto, ha aggiunto Parolin in riferimento alle giovani generazioni, “è un imperativo garantire a tutti un futuro dignitoso, assicurando le condizioni necessarie - tra cui un ambiente familiare accogliente - per facilitare la prosperità, affrontando al contempo la miriade di sfide che la ostacolano, tra cui quelle derivanti da povertà, conflitti, sfruttamento e dipendenza”.

A conclusione dell’intervento, il Segretario di stato si è soffermato sul “Patto per il Futuro” dell’Onu, del quale, dice, la Santa Sede prende atto esprimendo tuttavia delle “riserve” su alcuni concetti utilizzati. Anzitutto i termini “salute sessuale e riproduttiva” e “diritti riproduttivi”: “La Santa Sede ritiene che questi termini si applichino a un concetto olistico di salute, che abbracciano, ciascuno a suo modo, la persona nella totalità della sua personalità, della sua mente e del suo corpo, e che favoriscono il raggiungimento della maturità personale nella sessualità e nell'amore reciproco e nel processo decisionale che caratterizzano la relazione coniugale tra un uomo e una donna in conformità con le norme morali”, chiarisce il segretario di Stato.

“La Santa Sede – ha continuato - non considera l'aborto o l’accesso all'aborto o agli abortivi come una dimensione di questi termini”. Quanto al “genere”, sempre la Santa Sede intende il termine “come fondato sull’identità sessuale biologica che è maschile o femminile”.

Da qui un richiamo allo sviluppo umano integrale, del quale “la dignità è il fondamento” e il dialogo “il mezzo necessario”. “Oggi il senso di appartenenza a un’unica famiglia umana sta svanendo e il sogno di lavorare insieme per la giustizia e la pace sembra superato e utopico”, ha concluso Parolin, “non è necessario che sia così, se c’è la volontà di impegnarsi in un dialogo autentico”.

VATICAN NEWS 24 set 2024 07:34