Ottanta bresciani per p. Fausti Beato
Una delegazione di marchenesi, guidata dal vicario generale mons. Gianfranco Mascher e dal direttore dell'Ufficio per le missioni don Carlo Tartari in Albania per la beatificazione del gesuita valtrumplino
Saranno beatificati domani, 5 novembre, a Shkodër (Scutari), i 38 martiri albanesi uccisi tra il 1945 e il 1974 dal regime comunista. Il rito di beatificazione si svolgerà nella piazza della cattedrale di santo Stefano, a Shkodër, e sarà presieduto dal cardinale Angelo Amato, prefetto della Congregazione per le cause dei santi.
Tra i beatificati figura, come noto, anche padre Giovanni Fausti, il gesuita nato a Brozzo di Marcheno il 9 ottobre 1899, primo dei dodici figli di Antonio e Maria Sigolini. Fanciullo felice e sereno, Giovanni Fausto maturò la vocazione sacerdotale e a 10 anni entrò nel Seminario di Brescia, dove ebbe come compagno di studi Giovanni Battista Montini, il futuro Paolo VI.
Verso i 18 anni, nel 1917, fu chiamato alle armi e dovette interrompere gli studi. Congedato nel 1920, riprese gli studi presso il Pontificio Seminario Lombardo di Roma. Fu quindi ordinato sacerdote il 9 luglio 1922. Il 30 ottobre 1924, con il permesso del suo vescovo, entrò nella Compagnia di Gesù a Gorizia. Dal 1929 al 1932 fu inviato in Albania come professore di filosofia presso il Pontificio Seminario di Scutari. Nel 1932 fu richiamato in Italia a Mantova, come professore di filosofia e “ministro”, ovvero responsabile di quella comunità gesuitica.
I Superiori della Compagnia di Gesù, coscienti delle sue doti e virtù, nel luglio 1942 decisero di affidargli un compito delicato e molto arduo, quello di Rettore del Pontificio Seminario di Scutari in Albania e dell’annesso Collegio Saveriano. Si spostò poi a Tirana, dove fu impegnato a difendere ed assistere gli italiani e gli albanesi, sia cristiani che musulmani, coinvolti nella tragedia della seconda guerra mondiale. La situazione peggiorò ancora quando, alla fine del 1944, i tedeschi si ritirarono e i partigiani comunisti, comandati da Enver Hoxha, conquistarono il potere ed effettuarono ogni sorta di soprusi nei confronti dei cattolici. Arrestato il 31 dicembre del 1945. Padre Giovanni fu tenuto in isolamento per due mesi e sottoposto a torture, con l’accusa, non provata, di essere un traditore della nazione. Il 22 febbraio 1946, insieme ad altri sette tra religiosi e seminaristi, fu condannato alla fucilazione. Le sentenza venne eseguita all’alba del 4 marzo. Padre Giovanni pronunciò quindi le sue ultime parole: “Sono contento di morire nell’adempimento del mio dovere. Salutatemi i fratelli gesuiti, i diaconi, i sacerdoti e l’arcivescovo”.
La notizia del martirio di padre Giovanni Fausti e dei suoi compagni si diffuse celermente in tutto il mondo cattolico, suscitando dolore e stupore. Il suo nome è stato incluso nell’elenco dei 38 martiri albanesi che saranno beatificati a Scutari, alla presenza di una delegazione di una ottantina di Marchenesi in pellegrinaggio a Albania, guidata dal vicario generale mons. Gianfranco Mascher e dal direttore dell’Ufficio per le missioni don Carlo Tartari.