Oltre 380 milioni di cristiani perseguitati
“Salgono da 365 a oltre 380 milioni nel mondo i cristiani che sperimentano almeno un livello alto di persecuzione e discriminazione a causa della propria fede, praticamente 1 cristiano ogni 7; tra i circa 100 paesi monitorati si conferma l’escalation della persecuzione in termini assoluti, mantenendo l’impressionante accelerazione degli ultimi 12 anni, con 13 paesi a livelli estremi; la Corea del Nord, praticamente da 23 anni resta stabile al 1° posto dei Paesi persecutori”: sono alcuni dei dati che emergono dalla World Watch List 2025 (Wwl), la nuova lista dei primi 50 paesi dove più si perseguitano i cristiani al mondo, diffusa oggi, a Roma, da Open doors/Porte aperte, organizzazione cristiana che, dal 1955, aiuta i cristiani perseguitati a causa della loro fede. Quattro le tipologie di comunità cristiana indagate nel periodo di riferimento (1° ottobre 2023 – 30 settembre 2024): “Comunità di espatriati o di immigrati, Chiese storiche (come quelle cattoliche, ortodosse e protestanti tradizionali), comunità protestanti non tradizionali (come gli evangelici, i battisti, i pentecostali e tutti gli altri gruppi di cristiani che non sono inclusi nelle prime due categorie) e la comunità di convertiti al cristianesimo (dall’islam, dall’induismo ecc., spesso i più colpiti dalla persecuzione).
I luoghi più pericolosi al mondo per i cristiani. Sono 13 i paesi che mostrano un livello di persecuzione e discriminazione definibile estremo.
La Corea del Nord rimane stabile al primo posto
“La politica del regime nordcoreano di tolleranza zero per i cristiani (tra i 50 e i 70 mila rinchiusi nei campi di lavori forzati) – riporta la Wwl 2025 – obbliga i cristiani a vivere la propria fede nel segreto, alimentando il fenomeno della Chiesa nascosta”. Il rapporto parla di “brutali interrogatori di fuggitivi nordcoreani, rimpatriati a forza dalla Cina (che li destina a carcere, tortura e in alcuni casi morte)”.
Nelle prime 5 posizioni ci sono 4 nazioni “fortemente islamiche”, come evidenza del fatto che “l’oppressione islamica rimane una delle fonti principali di intolleranza anticristiana”: Somalia (2°), Yemen (3°), Libia (4°) e Sudan (5°). Le fonti di persecuzione sono connesse a “una società islamica tribale, all’estremismo attivo e all’instabilità endemica di questi paesi: la fede cristiana va vissuta nel segreto e, se scoperti, i cristiani (specie se ex-musulmani) rischiano anche la morte.
L’Eritrea scende al 6° posto per effetto della crescita di altri, confermando la propria nomea di “Corea del Nord dell’Africa”, così come la Nigeria scende al 7°, confermandosi la nazione dove si uccidono più cristiani al mondo (3.100)”. Completano questa triste classifica il Pakistan all’8° posto, l’Iran stabile al 9°, l’Afghanistan al 10° posto. Qui, dopo l’avvento dei Talebani nel 2021, “molti cristiani sono stati uccisi (tramite una vera e propria caccia all’uomo), una grossa fetta è fuggita all’estero, mentre una piccola parte è riuscita a nascondersi e tuttora vive la fede nel segreto”. Stabile all’11° posto rimane l’India, seguita dall’Arabia Saudita, dove, nonostante “alcuni sviluppi positivi nella libertà religiosa, permangono restrizioni significative”. Capitolo a parte merita il Myanmar, che sale al 13° posto ed entra tra le nazioni con una persecuzione estrema: “La guerra civile aumenta i livelli di violenza: i cristiani si trovano intrappolati nei combattimenti in corso in tutto il paese. L’esercito attacca frequentemente le chiese cristiane, sospettate di ospitare ribelli. Al tempo stesso, le stesse forze ribelli aggrediscono le comunità cristiane neutrali: almeno 100.000 cristiani languono in campi di sfollati per evitare le violenze”.
Chiese attaccate, cristiani detenuti e persecuzione digitale. Diminuiscono le uccisioni di cristiani per motivi legati alla fede che passano da 4.998 a 4.476 con la Nigeria a determinare questa diminuzione, visto che gli omicidi scendono da 4.118 a 3.100, pur rimanendo epicentro di atrocità, poiché di fatto aumentano la violenza e gli attacchi alle comunità, così come aumentano le vittime cristiane in altri paesi della Wwl 2025 (da 880 a 1.376). Il numero di chiese o proprietà cristiane pubbliche attaccate, chiuse o confiscate, si legge nella ricerca, è quasi dimezzato da 14.766 a 7.679, diminuzione dovuta alla Cina, che tuttavia mantiene un record di 31.000 chiese chiuse, confiscate o demolite dal 2016 a oggi. Nel frattempo, il numero in Rwanda è aumentato da 120 a 4.000.
La cosiddetta “persecuzione digitale” rimane uno degli strumenti più efficaci usati dal governo cinese e, di recente, da altri Stati autocratici per limitare la libertà religiosa: il cosiddetto “modello cinese” di controllo della popolazione e sviluppo senza diritti viene pericolosamente emulato da altri stati, a cui la Cina esporta tecnologia a tal scopo.
I cristiani detenuti o condannati per ragioni legate alla fede aumentano da 4.125 a 4.744. Il livello di ingiustizia in questi casi, denuncia la Wwl 2025, “rasenta la parodia: in carcere finiscono uomini e donne senza processi e senza prove. Inoltre, il grado di impunità spesso concesso a coloro che invece accusano falsamente e/o aggrediscono fino a uccidere i cristiani in vari paesi è davvero preoccupante”. L’India è anche quest’anno il paese con dati più preoccupanti (2.176). I rapimenti decrescono da 3.906 a 3.775, con la Nigeria sempre terra di sequestri per riscatto (2.830), ma sorprende il Messico con almeno 116 casi, sintomo di quanto impatto abbia la criminalità organizzata in questa società. Seguono varie nazioni dell’Africa Subsahariana e il Pakistan, con la piaga dei rapimenti di donne cristiane per darle in sposa a musulmani (matrimoni forzati)”.
Aggressioni fisiche e attacchi a negozi e abitazioni. Sono oltre 54.700 (erano 42.800 nel 2024), invece, i cristiani aggrediti (picchiati o vessati con minacce di morte) esclusivamente a causa della loro fede. Il livello di insicurezza e paura causato dall’incessante flusso di attacchi ai cristiani e alle comunità cristiane da parte di gruppi di terroristi islamici e altri gruppi religiosi radicali in molti paesi subsahariani e asiatici non è ben fotografato da questo numero, poiché sono milioni a subirne le conseguenze (16,2 milioni cristiani sfollati solo in Africa Subsahariana, senza contare le famiglie delle vittime di uccisioni, stupri, detenzioni). Gli attacchi a case, negozi e attività economiche di cristiani crescono ancora nonostante il record dell’anno precedente di oltre 27.100 unità: sale infatti a 28.368 creando sovente un danno permanente alla capacità di sostentamento di queste persone e costringendole spesso alla fuga.
Il fenomeno della Chiesa profuga cresce anche quest’anno,
visto l’aumento di profughi e rifugiati registrato a livello internazionale: il mix di violenze, minacce e discriminazioni rendono la fuga l’unica alternativa. Il Medio Oriente è sempre teatro di instabilità e la culla del cristianesimo sta perdendo gran parte delle comunità cristiane. Un dettaglio sulla Siria: scivola dal 12° al 18° posto, ma i dati della Wwl 2025 non tengono conto della recente caduta del regime di Bashar al Assad. “La pressione, fatta di vessazioni quotidiane, affrontata dalle comunità cristiane è devastante e in aumento. E si esprime in una miriade di forme: discriminazione sul lavoro, negato accesso alla sanità e all’istruzione, pressioni e minacce per far rinunciare alla propria fede, negazione del soccorso in caso di calamità, una burocrazia che impedisce l’autorizzazione delle chiese e molto altro”.
Violenza e abusi contro le donne. In questo ambito le cifre fornite dalla Wwl 2025 sono solo “la punta di un iceberg di violenze domestiche, silenziose, continue specie contro donne e bambini”. La difficoltà di reperire dati certi sul numero di vittime di stupro e violenze sessuali a causa della fede, dovuta alle rare denunce, non impedisce alla ricerca di fornire un numero di 3994, ottenuto grazie a testimonianze raccolte, in aumento rispetto ai 3.231 dell’anno precedente. 821 sono i casi di matrimoni forzati di giovani donne cristiane (erano 609).