Morgano: sforzi educativi contro la stagione del terrore
A margine dei lavori dell’Europarlamento riunito in questi giorni a Strasburgo, l'eurodeputato bresciano sottolinea le possibili ipotesi prese in considerazione dall’assemblea per una nuova integrazione
Nuove misure. “Il dibattito – conferma l’eurodeputato bresciano Luigi Morgano – si è incentrato sulle misure antiterrorismo attuali e su quelle da adottare, incluse le modalità per contrastare la radicalizzazione di alcuni giovani europei. Misure da perseguire, ovviamente senza limitare i diritti dei cittadini europei”. Ad animare il dibattito, ha proseguito ancora Morgano, anche il tema della intensificazione e del miglioramento dello scambio di informazioni attraverso i diversi organismi nazionali di sicurezza e l’Europol per monitorare i sospetti terroristi, i potenziali combattenti stranieri. “Le istituzioni europee – sono ancora parole dell’eurodeputato bresciano - hanno piena consapevolezza della gravità della situazione e che stanno lavorando per porvi rimedio”. La presenza a Strasburgo del Capo dello Stato Mattarella, è stata la riprova dell’impegno che l’Italia sta profondendo nel contrasto di questa nuova forma di terrorismo.
Ancorati ai valori. In Italia, passato il momento del cordoglio e dello sdegno, i fatti di Parigi sembrano aver ridato slancio alla polemica, mai assopita sull’accoglienza dei profughi e degli immigrati. Luigi Morgano, però, non crede che l’onda lunga di queste polemiche italiane possa rimettere in discussione equilibri faticosamente trovati a livello europeo. “È chiaro – ha affermato al proposito – che l’Unione europea deve essere in grado di contrastare, anche con i mezzi più moderni a disposizione, questa minaccia terroristica. Questo, però, non può e non deve avvenire a scapito dei suoi valori di riferimento, che sono gli stessi che hanno guidato il recente dibattito in tema di accoglienza dei profughi”. In questo senso, per Morgano, il sistema democratico, pur con tutti i suoi limiti, continua a essere lo strumento più efficace per contrastare questa deriva terroristica ed è mezzo per proporre soluzioni diverse a chi, come unico e ultimo rimedio chiede soltanto la chiusura delle frontiere.
Fallimento. Resta il fatto però che molti degli attentatori di Parigi sono giovani nati e cresciuti in Paesi europei in anni in cui questi hanno profuso il massimo dello sforzo per la costruzione dell’Europa unita… “Non c’è dubbio – è la conferma di Luigi Morgano – che i fatti di Parigi certificano il fallimento di alcune politiche di integrazione che sono state previste in alcune realtà particolari. Anche l’Europa deve rivedere su un piano culturale queste situazioni e pensare a rapporti nuovi anche con le istituzioni scolastiche, con la capacità di segnare quei valori ideali di riferimento che fanno dire che ciò che viene proposto dal contesto europeo ha un significato e un valore un sé”. Non c’è dubbio, per Morgano, che il confronto culturale che avviene oggi in Europa risente anche del forte individualismo e del radicato relativismo che sussiste e che, in qualche modo, contribuisce ad alimentare quel terreno sui cui possono innestare situazioni e sentimenti come quelli che hanno generato i fatti di Parigi.
Un documento. Per questo l’Euparlamento riunito a Strasburgo ha guardato con attenzione a un testo presentato dall’eurodeputata francese, e già ministro, Rachida Dati, dal titolo“Prevenzione della radicalizzazione e del reclutamento di cittadini europei da parte di organizzazioni terroristiche”. Nel documento si parla di prevenzione da realizzare grazie all’istruzione e all’inclusione sociale”, con specifica attenzione alla necessità di “allacciare un dialogo interculturale con le diverse comunità religiose.
M.VENTURELLI
26 nov 2015 00:00