Missionari: 22 uccisi nel 2022
Due le donne italiane morte ad Haiti e in Mozambico
Diffuso il report dell'Agenzia Fides: il numero più elevato di omicidi si registra in Africa, dove sono stati uccisi 9 missionari (7 sacerdoti, 2 religiose)
Don John Mark Cheitnum è stato rapito il 15 luglio 2022 dalla canonica della chiesa di Cristo Re nella città di Lere, Stato di Kaduna, in Nigeria, diocesi di Kafanchan, ed è stato brutalmente ucciso lo stesso giorno del sequestro. Suor Luisa Dell’Orto, Piccola sorella del Vangelo di Charles de Foucauld, è stata uccisa il 25 giugno 2022 a Port-au-Prince, vittima molto probabilmente di un tentativo di rapina. Da vent’anni suor Luisa era dedita soprattutto al servizio dei bambini di strada. Nell’anno 2022, sono stati uccisi nel mondo 18 missionari e missionarie: 12 sacerdoti, 1 religioso, 3 religiose, 1 seminarista, 1 laico. L’Agenzia Fides, come da tradizione, a fine anno, traccia un bilancio del sangue versato per amore da chi ha speso la propria vita per portare il messaggio di Cristo nel mondo.
La ripartizione continentale evidenzia che il numero più elevato si registra in Africa, dove sono stati uccisi 9 missionari (7 sacerdoti, 2 religiose), seguita dall’America Latina, con 8 missionari uccisi (4 sacerdoti, 1 religioso, 1 religiosa, 1 seminarista, 1 laico) e quindi dall’Asia, dove è stato ucciso 1 sacerdote. Negli ultimi anni sono l’Africa e l’America ad alternarsi al primo posto di questa tragica classifica: dal 2011 al 2021 per 8 anni l’America e per 3 anni l’Africa (2018,2019,2021). Dal 2001 al 2021 il totale dei missionari uccisi è di 526.
L’elenco annuale di Fides ormai da tempo non riguarda solo i missionari ad gentes in senso stretto, ma cerca di registrare tutti i cristiani cattolici impegnati in qualche modo nell’attività pastorale, morti in modo violento, anche se non espressamente “in odio alla fede”. Per questo si preferisce non usare il termine “martiri”, se non nel suo significato etimologico di “testimoni”, per non entrare in merito al giudizio che la Chiesa potrà eventualmente dare su alcuni di loro. Allo stesso modo l’Agenzia delle Pontificie opere missionarie usa il termine “missionario” per tutti i battezzati, consapevoli che “in virtù del Battesimo ricevuto, ogni membro del Popolo di Dio è diventato discepolo missionario”.
Vite spese tra la miseria. Le poche notizie sulla vita e sulle circostanze che hanno causato la morte violenta di questi 18 missionari e missionarie offrono immagini di vita quotidiana, anche se in contesti particolarmente difficili, contrassegnati dalla violenza, dalla miseria, dalla mancanza di giustizia e di rispetto per la vita umana. Spesso hanno condiviso la stessa sorte dei missionari anche altre persone che erano con loro. Sacerdoti uccisi mentre stavano andando a celebrare la Messa con la comunità che guidavano, a spezzare quel pane e a consacrare quel vino che sarebbero stati alimento e vita per tanti fedeli. Una religiosa medico uccisa mentre era di guardia al centro sanitario della diocesi, pronta a salvare la vita di altre persone, e chissà quante ne aveva già salvate in passato. Una suora uccisa durante un assalto alla missione: invece di pensare a mettere in salvo la propria vita, si è preoccupata di andare a verificare che quella delle ragazze ospitate nel dormitorio fosse al sicuro. Ancora un laico, operatore pastorale, ucciso mentre andava verso la chiesa, a guidare una liturgia della Parola per i fedeli di quella zona, che non avevano un sacerdote residente.
Due italiane tra i missionari uccisi. Testimoni e missionari della vita, con la loro vita, che hanno offerto fino alla fine, totalmente, gratuitamente, per gratitudine. Senza dubbio è stato “per amore del Padre e dell’umanità” che suor Maria de Coppi ha passato quasi sessant’anni della sua vita in Mozambico, e suor Luisa Dell’Orto vent’anni ad Haiti, dove era arrivata dopo aver vissuto la sua vocazione in Camerun e Madagascar. Suor Maria De Coppi, missionaria comboniana italiana, è stata uccisa nell’assalto alla missione di Chipene, nella provincia di Nampula, in Mozambico, diocesi di Nacala, nella notte tra il 6 e il 7 settembre 2022. Gli assalitori hanno distrutto le strutture della missione, e suor Maria è stata colpita da un proiettile alla testa, morendo all’istante.
I due gesuiti ottantenni Javier Campos e Joaquín Mora hanno trascorso la loro intera vita sacerdotale nella Sierra Tarahumara, la zona più pericolosa del Messico per la violenza legata al narcotraffico. Dei 18 missionari uccisi nel 2022, in maggioranza sacerdoti, solo tre erano nati in nazioni diverse da quelle in cui hanno terminato la vita terrena, tutti e tre appartenenti a Istituti religiosi missionari. Gli altri hanno bagnato con il loro sangue la stessa terra che li aveva visti nascere, crescere, donarsi totalmente al Signore nella consacrazione. Se un tempo erano considerati a rischio per la vita dei missionari solo i territori cosiddetti “di missione”, oggi in ogni parte del mondo chi annuncia Cristo sa cosa questo annuncio comporta.