La Gran Bretagna si affianca alla Cina nella sperimentazione sugli embrioni umani. Taglia e cuci del Dna
La tecnica utilizzata è la Crispr-Cas9, un sistema di recente scoperta e di decisa avanguardia, che permette di operare con estrema precisione sul Dna utilizzando una sorta di "forbice molecolare" che taglia in qualsiasi punto il Dna per sostituirne il frammento da correggere. Si moltiplicano gli interrogativi etici
La legge britannica comunque vieta che gli embrioni così ottenuti vengano impiantati per dare il via a una gestazione: le ricerche sugli embrioni, anche modificati, sono permesse a patto che non siano poi sviluppati in una gravidanza.
Ciò non elimina affatto le polemiche sulla liceità di una ricerca che coinvolge gli esseri umani. “L’embrione umano non è un oggetto o un qualcosa che può essere utilizzato. È un progetto biologico unico e irripetibile” – ha ricordato il genetista Bruno Dallapiccola, direttore scientifico dell’Ospedale pediatrico Bambin Gesù di Roma – “Modificare geneticamente embrioni umani non solleva solo problemi etici, ma anche tecnici: la procedura del cosiddetto ’editing genetico’, non è ancora standardizzata e quantomeno bisognerebbe avere una ’decorosa prudenza’. Quando si va a toccare il Dna per correggere una mutazione difettosa si possono indurre errori in altre parti del genoma”. Di parere opposto un altro genetista, Edoardo Boncinelli: “Modificare geneticamente l’embrione umano per studiare cosa succede nei primi giorni del suo sviluppo ci permetterà di capire cosa possiamo fare per prevenire gli aborti spontanei”. E precisa: “Studiare per cercare di capire qualcosa non è mai sbagliato, che poi un giorno la scienza ci condurrà verso la creazione di bambini geneticamente modificati non lo possiamo escludere”.
Risuona quantomai attuale il discorso che Papa Francesco pochi giorni fa ha pronunciato ricevendo i membri del Comitato nazionale per la bioetica.
Nel ricordare che la persona va considerata “nella sua singolarità, sempre fine e mai come mezzo” e che gli embrioni non vanno mai trattati come “materiale scartabile”, il Pontefice ha affermato: “Tale principio etico è fondamentale anche per quanto concerne le applicazioni biotecnologiche in campo medico, le quali non possono mai essere utilizzate in modo lesivo della dignità umana, e nemmeno devono essere guidate unicamente da scopi industriali e commerciali”.
EMANUELA VINAI (AGENSIR)
03 feb 2016 00:00