Il calice nella persecuzione
La violenza contro i ministri di Dio aumenta in Messico, Venezuela, Perù, Haiti, Filippine, Angola, Burkina Faso, Sud Sudan, Uganda, Camerun e Mali
Mentre in Italia, Covid permettendo, giravamo affannati in cerca dell’ultimo regalo, nel sud-ovest della Nigeria don Luke Adeleke veniva ucciso in un tentativo di sequestro dopo aver celebrato la Messa della vigilia dello scorso Natale. Nell’intero 2021, dei 22 missionari uccisi in tutto il mondo, 13 erano sacerdoti e uno religioso. Il nuovo anno purtroppo non è iniziato meglio. Nel nord-ovest del Pakistan il 30 gennaio 2022 don William Siraj è stato ucciso in un sobborgo di Peshawar. L’aggressione ha fatto seguito a un altro attacco da parte di uomini armati contro una chiesa di Okara, cittadina a 100 km da Faisalabad, nel Punjab. In quest’ultimo caso l’Eucaristia è stata profanata e i libri sacri sono stati violati. Questa profanazione ha fatto emergere con maggiore chiarezza la matrice anticattolica.
Sacerdoti e religiosi vengono aggrediti di giorno e di notte, nelle loro case e nelle chiese, a piedi o mentre viaggiano in auto. Sono colpiti con armi da fuoco o pugnalati, colpiti con il machete o picchiati a morte. La violenza contro i ministri di Dio aumenta in Messico, Venezuela, Perù, Haiti, Filippine, Angola, Burkina Faso, Sud Sudan, Uganda, Camerun e Mali.
Gli ostacoli all’evangelizzazione sono molteplici, e non provengono solo dalla persecuzione o dalla criminalità. Basti pensare che in molte nazioni i fedeli sono così poveri da non riuscire a sostenere i loro sacerdoti. Il totale delle collette domenicali spesso non supera un dollaro. Neanche i vescovi dispongono dei mezzi finanziari per assicurare un sostentamento regolare ai consacrati. In queste situazioni le offerte per Messe che giungono da Paesi più agiati, cioè le donazioni in denaro collegate alla richiesta di celebrare per defunti, malati o per altre intenzioni, rappresentano il loro unico sostegno. E dato che nella Messa si prega per parenti malati o defunti, per persone che attraversano una crisi o per esprimere gratitudine al Signore, il donatore partecipa in maniera particolarmente intensa alla celebrazione eucaristica. Molti benefattori danno a questa forma di donazione un profondo senso spirituale che unisce la loro carità alla preghiera pubblica della Chiesa.
Durante la Quaresima e in occasione della Pasqua, per contribuire a questa grande comunità di fede e carità, e per essere concretamente a fianco dei ministri di Dio più minacciati, si può utilizzare il materiale della fondazione pontificia Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACS), da 75 anni a servizio dei cristiani perseguitati (vedi l’allegato a questo numero).
Nel 2021 i benefattori di Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACS) hanno donato consentendo la celebrazione di 2.095.677 Messe in tutto il mondo. Le offerte hanno complessivamente sostenuto 52.879 sacerdoti e molto spesso anche i fedeli più poveri che ordinariamente si rivolgono a loro. Queste offerte suscitano profonda gratitudine e fervorose preghiere in numerose nazioni in ogni parte del mondo. Citiamo solo due voci fra le tante.
La prima è quella di Mons. Emmanuel Dassi Youfang, vescovo di Bafia, diocesi del Camerun: “La Chiesa di Dio che è in Bafia, attraverso la mia umile persona, la ringrazia infinitamente per questa preziosa risposta positiva alla nostra richiesta a favore dei membri del nostro presbiterio che vivono il loro ministero in un contesto molto difficile”. Mons. Dassi Youfang definisce le offerte per Messe “un balsamo di consolazione che questa Chiesa tanto provata riceve da Aiuto alla Chiesa che soffre”.
Un’altra voce proviene dall’India, diocesi di Bijnor: “Sono padre Devasy. Ho 78 anni e faccio pastorale tra i disabili. Offro la Santa Messa nella lingua dei segni per le persone con bisogni speciali e per i disabili. Educhiamo i bambini disabili. Aiutiamo anche i malati di coronavirus, i malati di cancro e gli anziani nei villaggi vicini. Ringrazio tutti i vostri generosi donatori per le donazioni alla nostra diocesi. Il Signore vi benedica tutti abbondantemente. Vi ricorderò durante la Santa Messa”. Quando il calice liturgico si eleva in terra di persecuzione, i benefattori di Aiuto alla Chiesa che Soffre saranno sempre al fianco dei sacerdoti e dei nostri fratelli nella fede.