I giovani sono il volto della speranza
“Ho già una certezza: questa esperienza, che ha coinvolto decine di migliaia di giovani che hanno servito e lavorato alla preparazione e alla realizzazione di questa Gmg, non va via, resterà. Crea una generazione. Giovani che hanno lavorato, hanno acquisito un modo di essere e di spendersi per il bene. Sono loro il volto della speranza. Ne sono certo, questa generazione segnerà un futuro nuovo, qui e nel mondo”. Con queste parole, il card. Manuel Clemente, patriarca di Lisbona, delinea un primo bilancio parlando ai giornalisti, nella prima conferenza stampa che si è tenuta nel media center di Lisbona alla presenza di giornalisti di diversi Paesi. Deve ancora iniziare ed è già tempo di bilanci. D’altronde, questa Gmg affonda le sue radici negli anni passati, ha richiesto tempo e dedizione per prepararla. Lungo il tragitto ha incontrato la pandemia che ha obbligato l’organizzazione a posticiparla di un anno. Ma è già arrivata a metà strada.
Si sono svolte dal 26 al 31 luglio le “Giornate nelle diocesi”, che hanno portato 67mila giovani in 17 diocesi del Portogallo continentale e delle isole. E con l’arrivo dei pellegrini a Lisbona già dalla giornata di domani, martedì 1° agosto, sono giunti nella capitale lusitana anche i simboli della Giornata mondiale della gioventù, la croce pellegrina e l’icona di Nostra Signora Salus Populi Romani. Hanno concluso un viaggio straordinario, un vero e proprio pellegrinaggio mondiale che è iniziato nel 2020 in Angola ed è arrivato in Portogallo alla fine dell’ottobre del 2021. Centinaia di migliaia di chilometri percorsi, migliaia di parrocchie attraversate in tutto il mondo. Due iniziative – confessa il patriarca – che “hanno superato le aspettative”, generando “una partecipazione straordinaria” in tutte le parrocchie e le diocesi del Paese. Anche qui, il protagonismo di giovani è stato “determinante”. Don Filipe Diniz, responsabile della pastorale giovanile per la Conferenza episcopale portoghese e coordinatore delle Giornate diocesane e del pellegrinaggio dei “simboli”, ha raccontato di eventi che hanno superato i confini delle parrocchie e coinvolto centro commerciali, addirittura carceri e strutture per anziani.
L’attesa ora è grande. Tutto è pronto sul lungo viale del Colle Encontro nel Parco Eduardo VII dove il cardinale patriarca di Lisbona celebrerà la messa di apertura della Giornata mondiale della gioventù. La Gmg è “un avvenimento unico” che è stato possibile realizzare – osserva il cardinale – grazie al “protagonismo dei giovani” e all’“entusiasmo” delle autorità civili e politiche del Paese, dal governo alla presidenza e agli enti locali. È atteso un milione di persone, praticamente un decimo della popolazione del Portogallo che conta 10 milioni di abitanti, fa notare il card. Clemente. La preoccupazione è che “tutto vada bene” e si sta lavorando per garantire la sicurezza di ogni evento. Riguardo alla partecipazione di giovani di altre Chiese e religioni, il patriarca assicura: “Tutti hanno un posto, chi viene dovrà sentirsi a casa propria”. E ricorda che il 2 agosto, alle 18.30, ci sarà una cerimonia di piantagione di alberi associata a sei famiglie numerose religiose – Taoismo, Induismo, Buddismo, Ebraismo, Cristianesimo e Islam – nel Giardino botanico tropicale, Università di Lisbona. Riguardo invece all’arrivo di Papa Francesco, il card. Clemente conferma che il tragitto della papamobile è stato già previsto come pure incontri e eventi. “Ma con Papa Francesco – aggiunge – non si sa mai. Vedremo cosa succede. Tanti avranno l’occasione di vederlo e chi non potrà essere fisicamente presente qui, potrà seguirlo attraverso i vostri media”.
Ma i giornalisti incalzano con le domande sugli abusi che si sono purtroppo compiuti anche all’interno della Chiesa portoghese. “L’impegno è totale”, assicura il card. Manuel Clemente, che deve fare i conti anche con le manifestazioni di protesta che già si cominciano a vedere in città. D’altronde, la ferita è stata aperta da poco: lo scorso febbraio, il Comitato indipendente per lo studio degli abusi sui minori nella Chiesa cattolica, gruppo istituito dai vescovi portoghesi, ha presentato un rapporto finale dal quale emerge che nel Paese il numero di vittime di abusi sessuali su minori nella Chiesa cattolica a partire dal 1950 si stima in almeno 4.415 persone. Da allora, ha assicurato il patriarca, il lavoro è stato intenso: “Tutte le diocesi stanno lavorando alla creazione di Commissioni diocesane” che a loro volta fanno riferimento ad una Commissione nazionale con lo scopo di “rafforzare ed ampliare la trattazione dei casi di abusi sessuali commessi da membri del clero” e “creare una rete di prevenzione”. I vescovi hanno chiamato professionisti, magistrati, psicologi, esperti laici. Un impegno volto anche “ad aprire gli occhi – ha aggiunto il patriarca – su un problema latente che attraversa non solo la Chiesa ma tutta la società” per la presenza purtroppo di “persone malate che commettono veri e propri crimini”. Riguardo invece alle manifestazioni di protesta, il cardinale ha risposto: “Siamo in un Paese democratico e le persone possono manifestare liberamente. È un loro diritto. Noi stiamo lavorando e l’impegno è massimo”. Al patriarca è stato quindi chiesto dell’incontro che Papa Francesco avrà in questi giorni di Gmg con le vittime di abuso. A questo riguardo, il cardinale ha detto: “Questo incontro sarà realizzato con discrezione. Queste persone sono vittime di abuso ed hanno chiesto che il loro incontro con il Papa rimanesse in privato. Non so neanche io il luogo dove si svolgerà e il numero delle persone che il Papa incontrerà. Non ho queste informazioni. Saranno poi divulgate”.