Giornata raccolta farmaco: un aiuto concretissimo per 400mila persone
Torna sabato 13 febbraio in 3.700 farmacie italiane la Giornata di raccolta del farmaco. Aumentano in Italia le persone in stato di povertà che non hanno i mezzi per curarsi. L'iniziativa, giunta alla 16esima edizione è promossa, come ogni anno, dal Banco Farmaceutico Onlus
Secondo gli ultimi dati Istat, in Italia i poveri sono 4,1 milioni, un numero immenso: una popolazione pari a quella di tutto il Piemonte o della Puglia, più dell’intera Toscana, poco meno dell’Emilia Romagna. E non hanno solo il volto del mendicante, ma anche di chi ha perso il lavoro, della mamma sola, dell’anziano con la pensione minima, dell’immigrato con il suo carico di collanine o calzini.
Per aiutare tutti coloro che non possono permettersi l’acquisto di un farmaco, di un po’ di latte in polvere, di una pomata, di un cerotto (sì, anche solo di un pacchetto di cerotti) la Fondazione Banco Farmaceutico Onlus in collaborazione con Bf Reaserch, Federfarma, Fofi e Cdo Opere Sociali, promuove ogni anno la Giornata di raccolta del farmaco, giunta quest’anno alla sedicesima edizione.
Raccolta straordinaria. Sabato 13 febbraio presso le 3.700 farmacie che aderiscono all’iniziativa in 1.200 Comuni italiani distribuiti su 97 provincie, sarà possibile acquistare farmaci da automedicazione che saranno donati a persone in stato di necessità. Una raccolta di solidarietà straordinaria, gestita da ben 14mila volontari, che segna numeri fortunatamente in crescita a fronte di una richiesta in continuo aumento.
In Italia, nota il Banco farmaceutico, la spesa sanitaria annua pro capite è di 444 euro, ma quella dei poveri è di soli 69 euro (in diminuzione dell’8%). Ciò significa che se nelle famiglie non povere si destina il 3,8% del budget domestico per curarsi, in quelle povere si scende all’1,8%.
All’interno di questa spesa, 52 euro annui pro capite sono dedicati all’acquisto di farmaci ma ben il 3,9% degli italiani ha rinunciato ad acquistare farmaci necessari a causa di motivazioni economiche. In tale contesto i numeri che muove il Banco Farmaceutico sono quelli di una piccola industria: in 15 anni di giornate dedicate sono stati raccolti oltre 3.750.000 farmaci, per un controvalore commerciale superiore ai 22 milioni di euro. Non è un caso se le cifre si moltiplicano e anche se gli stranieri restano i fruitori maggioritari (55%) in questi anni di congiuntura economica è cresciuto il numero di italiani in difficoltà: sono 182.400 contro i 179mila dell’anno scorso (+1,9%).
Il segno della crisi. In particolare tra gli italiani sono gli adulti tra i 18 e i 64 anni i maggiori beneficiari dei farmaci (58,2%), seguiti dagli over 65 (23,6%) e dai minori da 0 a 17 anni (18,2%). Per Paolo Grandik, presidente della Fondazione Banco Farmaceutico, questi dati “dimostrano come la crisi, soprattutto per le categorie sociali più deboli, non sia alle spalle. C’è bisogno dell’aiuto di tutti per dare una mano a chi non riesce a curarsi e sono sicuro che gli italiani sapranno rispondere, come ogni anno, con grande generosità”. A beneficiare della raccolta saranno le oltre 400mila persone che quotidianamente sono assistite dai 1.638 enti caritativi che collaborano con la Fondazione Banco Farmaceutico in tutta Italia.
A sostegno dell’iniziativa si conta il supporto dei media partner: Avvenire, TV2000, Gruppo 24 Ore, Agenzia SIR e la collaborazione della testata nazionale TGR e del Segretariato Sociale Rai.
Le malattie dei poveri. A fronte di tutte le cifre squadernate nella loro fredda esattezza, si comprende l’importanza della donazione di farmaci e medicamenti che se per molte famiglie stipano l’armadietto dei medicinali, per altrettante persone rappresentano un aiuto irrinunciabile e concreto da declinare in forme composite. Perché anche le malattie dei poveri sono diverse: per tipologia e per geografia.
Infatti, secondo quanto reso noto dallo stesso Banco farmaceutico, rispetto alla media della popolazione dove risultano prevalenti le patologie cardiovascolari, sono le malattie respiratorie a imporsi per chi richiede assistenza ai dispensari. Ed è al Sud che c’è una maggior richiesta di farmaci gastrointestinali e una più elevata incidenza di malattie croniche. “Apriamo i nostri occhi per guardare le miserie del mondo, le ferite di tanti fratelli e sorelle privati della dignità, e sentiamoci provocati ad ascoltare il loro grido di aiuto” ricorda Papa Francesco nel suo Misericordiae Vultus. Questo è l’anno della Misericordia: il Pontefice distribuendo le sue “Misericordine” ci ha insegnato che donare un farmaco è semplice. E fa bene.
EMANUELA VINAI (AGENSIR)
10 feb 2016 00:00