Fratelli nella preghiera
La testimonianza dal Burundi di suor Erika Guaragni della Congregazione delle Operaie della Santa Casa di Nazareth
“Io l’ho visto, alzate gli occhi. Gesù viene per salvarci. Eccolo che viene per salvarci. Ci rivolgiamo a te, Maria: Tu sei nostro rifugio. Se tu non avessi dato al mondo Gesù, a chi apparterremmo noi? Chi può maledire colui che Dio non ha maledetto? Chi può maledire colui che Dio ha benedetto? Noi ci appoggiamo su un Uomo forte. ‘Io cantero la tua potenza, al mattino esalterò - recita il salmo - la tua grazia, perché sei stato mia difesa, mio rifugio nel giorno del pericolo’”. Gli alunni della scuola San Tadini di Mugutu in un video ballano per esprimere la loro vicinanza. I canti sono delle preghiere di affidamento a Dio. Nelle Scritture si legge: “Pregate gli uni per gli altri perché siate guariti”. “Io e le mie sorelle – racconta suor Erika Guaragni della Congregazione delle Operaie della Santa Casa di Nazareth – lavoriamo in una scuola costruita grazie al sacrificio e alla preghiera di tanti amici italiani e che continua ancora grazie alla loro amicizia. L’abbiamo detto ai ragazzi: ‘Voi non li conoscete, ma è grazie a loro che studiate. Vi sentireste di fare qualcosa per loro?’. Subito hanno risposto positivamente, realizzando un video poco dopo la Messa mensile della scuola. È semplice, ma fatto col cuore. E soprattutto ci riporta all’essenziale, cioè alla preghiera, la nostra grande forza nei momenti di gioia come in quelli di prova. Questi giovani ci insegnano, perché le prove nella loro vita non sono mancate. La preghiera ci fa sentire fratelli, vicini gli uni agli altri nonostante le vostre distanze di sicurezza (qui il virus non è ancora arrivato) e le migliaia di km che ci separano da voi. Continuiamo a pregare nella fiducia in Dio che non abbandona i suoi figli. Coraggio!”.
