Finanza cattolica per rendere il mondo migliore
Si è tenuto a Londra un convegno su “Mensuram Bonam”, che ha riunito circa novanta esperti del settore finanziario e responsabili ecclesiastici provenienti da sedici Paesi. L’obiettivo era ragionare su come il mercato di investimenti cristiani, soprattutto cattolici – circa 1.750 miliardi di dollari – possa essere gestito secondo i principi del Vangelo.
Favorire e alimentare una buona comunicazione tra la Chiesa cattolica e il settore finanziario e fare chiarezza sulla reale natura degli investimenti, per evitare errori e garantire che siano orientati alla famiglia umana, al bene comune e rispettosi della giustizia e degli standard etici. Di questo e altro si è discusso in questi giorni a Londra nel corso di “Mensuram Bonam Conference”, un appuntamento che ha riunito nella capitale britannica circa novanta esperti del settore finanziario e responsabili ecclesiastici provenienti da sedici Paesi. L’obiettivo era ragionare su come il mercato di investimenti cristiani, soprattutto cattolici – circa 1.750 miliardi di dollari – possa essere gestito secondo i principi del Vangelo. “Mensuram Bonam - afferma Peter Hugh Smith, tra gli organizzatori del convegno - è il documento-guida lanciato dalla Pontificia Accademia delle scienze sociali nel 2022 pensato per coloro che operano nel mondo della finanza, sia come istituzioni che come individui. Esso contiene principi, più che istruzioni pratiche, e penso che questa sia la ragione della sua bontà e del suo successo. Se sei un investitore in Indonesia o in America Latina, sia il risultato che hai intenzione di raggiungere sia i mezzi da utilizzare per ottenerlo saranno molto diversi da quelli adottati da un altro investitore che intende fare lo stesso in una città come Roma o Londra”. Tra gli organizzatori del convegno londinese, insieme a Smith, vi era anche Jean-Baptiste de Franssu, economista francese e presidente dello Ior (Istituto per le opere di religione). Peter Smith parla con cognizione di causa, ricoprendo la carica di amministratore delegato di Ccla, un fondo di investimento, avviato settant’anni fa, per curare l’amministrazione di beni di parrocchie e diocesi della Chiesa di Inghilterra e che nel corso degli anni ha allargato il proprio raggio d’azione fino ad occuparsi della gestione di patrimoni cattolici e di altre charities.
Che cosa fa Ccla?
Cerchiamo di migliorare i risultati che si possono ottenere con la finanza cristiana per rendere il mondo un posto migliore. Questo è il fine principale del nostro operare. Non solo nostro, aggiungo, ma anche delle altre organizzazioni che hanno partecipato a Mensuram Bonam, il convegno dedicato all’approfondimento anche pratico del documento pontificio tra cui gli investitori olandesi di Anthos Fund, quelli americani di Cbis - Catholic Responsible Investments, la Catholic Investment Services e Knights of Columbus Asset Advisors. Stiamo parlando di tutte realtà finanziarie cattoliche e cristiane.
Quali sono i risultati più importanti emersi dal convegno?
Anzitutto un enorme entusiasmo e un grande desiderio di mettere in pratica i principi del documento. Abbiamo poi messo a punto una serie di azioni che vogliamo intraprendere, che però al momento non posso ancora rendere note. Prima di rivelarle è necessario, infatti, ottenere il consenso di tutte le organizzazioni che hanno partecipato alla conferenza. Il primo summit dedicato a Mensuram Bonam si è svolto a Roma, un anno fa, ed era dedicato alla comprensione e alla discussione del documento vaticano. Questo convegno londinese, appena concluso, ha lavorato su come implementare Mensuram Bonam. Erano presenti e hanno partecipato organizzazioni finanziarie cattoliche provenienti da tutto il mondo. Uno dei risultati positivi, da sottolineare, è il consenso ottenuto da tutti i partecipanti sui prossimi passi da intraprendere.
In che misura i patrimoni finanziari cristiani mondiali sono allineati ai principi del documento Mensuram Bonam?
È molto difficile dare una risposta esaustiva perché, lavorando su uno scenario internazionale, si ha a che fare con istituti diversi, si passa da realtà molto ricche e con grande disponibilità economica a ordini religiosi con poche migliaia di euro. Non dimentichiamoci poi che, spesso, chi gestisce questi fondi, pur avendo intenzione di operare secondo la dottrina cattolica, non riesce a farlo.E questo perché non ha accesso a servizi o prodotti che consentano questa modalità di investimento. Ed è proprio in questo specifico settore che vogliamo ottenere più risultati.
Domenica prossima si celebra la Giornata mondiale dei poveri. Quali idee per sconfiggere la povertà?
Il documento Mensuram Bonam ci insegna come gestire al meglio le nostre finanze. Se restiamo fedeli alle sue indicazioni verificheremo l’aumento dei fondi disponibili, a disposizione di chiese e “charities”, per contrastare e combattere la povertà. La società di cui sono amministratore delegato, la Ccla, esercita una giusta pressione sulle aziende nostri clienti e sulle aziende in generale affinché queste introducano tutte il salario minimo, e ciò a mio avviso rappresenta un passo davvero importante per garantire a molte persone e molte famiglie standard decenti di vita.
Un passo concreto che verrà intrapreso dopo questo convegno?
Penso che la cosa più importante sia una buona comunicazione tra la Chiesa cattolica e il settore finanziario ed è stato questo uno dei temi di cui ci siamo occupati nel corso del nostro convegno. Sono convinto che, da questo passo, derivano tanti successi. Al contrario, senza un buon dialogo, non può esserci un vero progresso