"Difendiamo i nostri figli". La piazza no gender è viva e festosa
Un milione di persone da tutta Italia ha accolto l’invito del Comitato ''Difendiamo i nostri figli''. Unica nota stonata un’affermazione di Kiko Argüello. La replica di don Ivan Maffeis, portavoce della Cei: ''Nel suo intervento Argüello si è reso protagonista di una caduta di stile gratuita e grave. Contrapporre il Papa alla Cei e, nel caso specifico, al suo segretario generale è strumentale e non veritiero''
Alleanza trasversale. Dopo i saluti di Cornelius Eke, rappresentante della comunità africana a Roma, e di Giacomo Ciccone di Alleanza evangelica, è stata data lettura della lettera del rabbino capo di Roma, Riccardo Di Segni, impossibilitato a essere presente per lo shabbat, del messaggio di adesione inviato dall’Associazione genitori di persone omosessuali (Agapo). “Questa teoria gender vuole inquinare il cervello dei nostri figli”, è l’allarme lanciato da Mohamed Ben Mohamed, imam della moschea di Centocelle. “Tutti uniti - ha aggiunto - possiamo sconfiggere questi progetti”. Gandolfini ha quindi letto il messaggio inviato nei giorni scorsi da monsignor Vincenzo Paglia, presidente del Pontificio Consiglio per la famiglia, nel quale il presule augura “pieno successo” all’iniziativa, “nella certezza che porterà un contributo prezioso alla vita della Chiesa e di tutte le persone che hanno a cuore il bene dell’intera umanità”. Non sono mancate le parole di Papa Francesco di domenica 14 giugno alla diocesi di Roma, trasmesse in un video: “I nostri ragazzi e le nostre ragazzine iniziano a sentire queste idee strane, queste colonizzazioni ideologiche che avvelenano l'anima e la famiglia". Colonizzazioni che fanno tanto male e distruggono un paese, una società e una famiglia".
Non contro le persone ma contro le ideologie. Alla testimonianza di Vincenzo e Sara, genitori di 11 figli, sul proprio impegno per contenere gli effetti dei tentativi delle scuole dei loro ragazzi di educarli alla sessualità, è seguito l’intervento della giornalista Costanza Miriano: “Parlare della differenza vuol dire parlare della vera grande bellezza dell’uomo e della donna”. Di qui il richiamo alla “Mulieris Dignitatem” e il rilancio della missione della donna, “chiamata a ricordare all’uomo il bene e il bello di cui egli è capace”. Gianfranco Amato, presidente dei Giuristi per la vita, ha sottolineato l’importanza di contrastare la “deriva totalitaria che tende a imporre per legge la dittatura del pensiero unico”. “Oggi in piazza stiamo facendo cultura non contro le persone - ha chiosato Simone Pillon (Forum delle associazioni familiari) -, ma contro le ideologie che stano distruggendo la famiglia e tentano di decostruire i modelli dell’uomo e della donna”. Per Alfredo Mantovano, di Alleanza cattolica, sono “forza, coraggio, speranza” le tre parole “che questa piazza sta mandando all’Italia”, mentre il giornalista Mario Adinolfi ha ribadito che “mamma e papà non sono intercambiabili”, e che la battaglia contro il ddl Cirinnà è una battaglia “per i diritti civili”.
Unica nota stonata un’affermazione di Kiko Argüello, iniziatore del cammino neocatecumenale: “Sembra che il segretario della Cei abbia detto altro ma il Santo Padre sta con noi - ha detto Argüello dal palco -. Ho scritto al Santo Padre, dopo aver ricevuto le lettere di alcune famiglie - ha aggiunto - e il Papa mi ha risposto quando, domenica scorsa, ha detto che ci sono ideologie che colonizzano le famiglie e contro cui bisogna agire. Qualcuno sbaglia se pensa che non gli piacciono i cortei”. Pronta la replica di don Ivan Maffeis, direttore dell’Ufficio nazionale per le comunicazioni sociali della Cei, che dichiara al Sir: “Piazza viva! Nel suo intervento Argüello si è, però, reso protagonista di una caduta di stile gratuita e grave. Contrapporre il Papa alla Cei e, nel caso specifico, al suo segretario generale è strumentale e non veritiero”.
GIOVANNA PASQUALIN TRAVERSA (SIR)
22 giu 2015 00:00