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Roma
di M. VENTURELLI 14 apr 2016 00:00

Dalla Camera via libera alla fine del bicameralismo perfetto

Montecitorio, con i soli voti della maggioranza, si è espressa sulla favorevolmente sulla riforma Renzi-Boschi. In ottobre il referendum confermativo banco di prova per il governo

Nel giorno della morte di Gianroberto Casaleggio, ideologo e cofondatore, insieme a Beppe Grillo, del Movimento 5 Stelle, la Camera dei deputati ha dato il via libera definitivo alla riforma costituzionale che abolisce il bicameralismo perfetto. Al voto finale, 361 voti favorevoli, sette contrari, due astenuti, non hanno partecipato in segno di protesta tutte le opposizioni, 5 Stelle, Forza Italia, Lega, Fratelli d’Italia e Sinistra Italiana.

Il premier Matteo Renzi da Teheran, dov’era in visita ufficiale, ha parlato di data storica per il Paese. “Oggi l’Italia è il paese più stabile d’Europa” è stato il suo commento. Il sospirato sì definitivo in sesta lettura da parte della Camera alla Riforma costituzionale è arrivato. Per il varo definitivo della riforma costituzionale approvata dal Parlamento è necessario il pronunciamento dei cittadini, che in ottobre saranno chiamati al referendum confermativo. Un appuntamento che, come ha ricordato lo stesso Presidente del Consiglio nel suo intervento dei giorni scorsi alla Camera, diventa decisivo per l’esecutivo. Il governo, ha affermato Renzi, “si gioca tutto, ma i cittadini voteranno per cambiare”.

Con il voto favorevole della Camera il Senato non sarà eletto direttamente dai cittadini e non avrà più la prerogativa di approvare le leggi. Il numero dei suoi componenti passerà dagli attuali 315 a 100, in rappresentanza di regioni e comuni (74 consiglieri regionali, 21 sindaci e 5 nominati dal capo dello Stato). I consigli regionali eleggeranno i nuovi senatori sulla base delle preferenze espresse dagli elettori durante le consultazioni regionali. I senatori non percepiranno indennità aggiuntive, ma godranno di immunità parlamentare. Solo la Camera potrà votare la fiducia al governo e svolgere funzione legislativa. L’iter sarà il seguente: la Camera approva una legge, il Senato la esamina e suggerisce modifiche, ma la Camera potrà non tenerne conto. Solo per le leggi di revisione costituzionale occorrerà il sì di entrambi i rami.
M. VENTURELLI 14 apr 2016 00:00