Dall'Iraq la statua simbolo del martirio cristiano
È il simbolo della Chiesa che soffre, dei cristiani martiri in Iraq. E nel suo pellegrinaggio in Italia, fa tappa la Settimana Santa al Santuario di Comella. È la statua della Beata Vergine di Batnaya, cittadina della Piana di Ninive vandalizzata dai terroristi dell’Isis che occuparono la città nell’agosto 2014. Dopo il restauro che ne ha rimesso insieme i pezzi, senza cancellare però i segni della sua distruzione, la statua è ora in viaggio per le parrocchie e i santuari italiani. Al Santuario dell’Annunciazione di Maria Vergine di Comella, la statua sarà esposta in chiesa alla devozione dei fedeli per tutta la Settimana Santa, da lunedì 11 aprile fino al 18 aprile, Lunedì dell’Angelo.
Il sedicente Stato Islamico (Daesh) aveva provato a distruggere anche lei. Ma la statua della Madonna di Batnaya ha resistito: ridotta in pezzi, è stata portata in Italia grazie alla fondazione “Aiuto alla Chiesa che Soffre”, fondazione di diritto pontificio che dal 1947 sostiene i cristiani perseguitati nel mondo. La statua di Maria è alta poco più di un metro e il suo viso è rimasto senza naso e la bocca: al loro posto, c’è uno stucco bianco. Uno degli obiettivi del pellegrinaggio è rendere più stretto il rapporto tra la comunità cattolica italiana e quella irachena. Batnaya contava prima dell’attacco del Daesh 5mila abitanti. Vi risiedevano 950 famiglie cattoliche, che sono dovute fuggire per scampare a una morte certa. Grazie all’aiuto di ACS oggi il 45% di loro è riuscito a tornare e a ricostruire la propria casa. “È una iniziativa – racconta don Alessandro Lovati – che si concilia perfettamente con la settimana di Passione, un’occasione per parlare della passione dei cristiani perseguitati nel mondo. Oggi più che mai. In varie parti del mondo c’è una crescita di odio nei confronti dei cristiani: in Nigeria con Boko Aran, in Myanmar, in Burkina Faso. È una situazione drammatica, sono migliaia le persone che soffrono: sacerdoti, suore, fedeli, semplici famiglie. Sebbene molte persone non ne siano consapevoli, è un dato di fatto, come certifica il rapporto ACS 2017-2019, che la religione più perseguitata al mondo sia oggi il Cristianesimo”.
Insieme alla statua sarà allestita nel Santuario una mostra di una trentina di pannelli fotografici che raccontano quello che sta succedendo, dall’esodo forzato e dal martirio fino al desiderio di ricostruzione. Sottolinea don Alessandro: “Come scriveva Blaise Pascal, Gesù sarà in agonia fino alla fine del mondo; non bisogna dormire durante questo tempo”. Oltre alla Messa quotidiana delle ore 16 e quella della domenica mattina delle ore 9.30 i riti della Settimana Santa a Comella prevedono la messa In Coena Domini il giovedì alle ore 20, le funzioni del Venerdì Santo alle 15 e alle 20, e sabato la Veglia Pasquale alle ore 20.