Cosa faremo se arriva in Togo?
La testimonianza di Andrea Bosio e Federica Maifredi. I due giovani, laici missionari, si sono conosciuti in terra di missione. Sono sposati e vivono in Togo da due anni
Qui la situazione è veramente anomala. Viviamo di riflesso quello che succede in Italia, prendendo le distanze minime dalla gente ma in fondo non si sa nulla di certo. Dicono 9 casi, ma non specificano età, sesso, provenienza. Si parla di focolaio in un quartiere fuori Lomé, ma chi abita là dice che non si ammala né muore nessuno. I tamponi? Ci sono? Sì? No? Poi, la situazione politica fa pensare ad una strategia per impedire le manifestazioni programmate per protestare contro le elezioni falsate del presidente. Le cittadine principali sono blindate per tre quarti del Paese ma il nord è libero, si circola senza problemi; a Lomé però non si può andare. Scuole, chiese, moschee, luoghi di culto in genere chiusi. Mercati aperti! Non si sa ed è difficile prendere anche delle decisioni; il cuore sanguina a causa di quanto vivono le nostre famiglie a Brescia e non vorremmo mai farci trovare impreparati. Sarebbe come buttare al vento gli sforzi e il sacrificio che state abbracciando. Dall’altro lato, la situazione non è paragonabile. La gente non ha acqua, non ha legna per far da mangiare, vive di un’agricoltura di sussistenza e il mercato è il centro della vita. Per forza sono in giro! Le case sono stanze vuote dentro cui si stendono per dormire la notte in 5, 6, 8 persone. Mi capite... Come faremo se arriva davvero?! Non lo sappiamo. Intanto ci proteggiamo e preghiamo, sempre, per la nostra Italia e per il Mondo intero. Mai vista una quaresima del genere. Sia davvero una Pasqua di risurrezione.