Vince Fontana, centrosinistra ai minimi
Al candidato del centrodestra il 53,23% dei consensi. Doppiato Giorgio Gori del centrosinistra (26,59%) con un risultato che evidenzia lo stato di profonda crisi della coalizione. Chi sono i dieci bresciani eletti al Pirellone
Dppo lo spoglio delle schede di Camera e Senato il risultato pareva scontato. La sorpresa, semmai, sta nelle proporzioni. La Lombardia, infatti, ha scelto Attilio Fontana, candidato del centrodestra, come successore di Roberto Maroni e lo ha fatto assegnandogli il 53,23% delle preferenze, praicamente il doppio di quelle andate a Giorgio Gori, in corsa per il centrosinistra, bloccato al 26, 59%. Al terzo posto, con il 16,68% dei consensi, Dario Violi del Movimento 5 Stelle.
Il distacco tra Fontana e Gori diventa ancora più evidente nel Bresciano, con il primo scelto dal 56,09% dell'elettorato e il secondo fermo al 25,16%. Con il voto del 4 marzo la Lombardia si conferma una delle roccaforti del centrodestra, anche se all'interno della coalizione sil è verificato, così come è avvenuto alle elezioni politiche, uno spostamento degli equilibri con la Lega di Salvini di gran lunga il primo partito (nel Bresciano quasi con il triplo dei voti di Forza Italia).
Pesante, molto più di quanto si aspettassero gli stessi protagonisti, la sconfitta di Giorgio Gori e del centrosinistra. Il distacco di quatro punti percentuali che nel 2013 aveva separato Maroni dall'allora candiodato Ambrosoli che in avvio di questa campagna elettorale aveva aperto qualche margine di speranza nel Pd & co, è diventato un vero e proprio abisso, arrivando a un livello che nemmeno negli anni d'oro di Fornigoni era stato tanto evidente.
Facile che sul risultato delle regionali abbia influito nel bene e nel male l'effetto traino delle elezioni politiche. Al di là di queste considerazioni che animeranno i dibatti in casa di vincitori e, ancora di più, dei vinti, quel che è certo è che la Lombardia ha il suo nuovo governatore in Attilio Fontana, esponente della Lega, già sindaco di Varese e nei primi anni Duemila presidente del consiglio regionale. Già nelle prime dichiarazioni dopo la vittoria ha confermato di voler continuare la tradizione di buon governo che ha caratterizzato in questi anni la Lombardia.
Tra i primi provvedimenti annunciati l'allargamento del numero delle famiglie che avranno diritto all'asilo nido gratuito per i propri figli e quello per continuare il cammino dell'autonomia regionale.
Dieci i bresciani che siederanno nel consiglio regionale fresco di rinnovo, con gli esponenti del centrodestra a fare la parte dei leoni. La tornata elettorale, l'unica in cui i cittadini potevano esprimere preferenze, porta a Milano Fabio Rolfi, votato da 9500 elettori, Floriano Massardi, vice segretario provinciale, e Paolo Ghiroldi, giù deputato, tutti della Lega, Alessandro Mattinzoli, coordinatore provinciale e sindaco di Sirmione, e Claudia Carzeri, coordinatrice di Montichiari, per Forza Italia, e Viviana Beccalossi, già assessore nella precedente giunta Maroni, per Fratelli d'Italia. Conferma nel Partito democratico per Gian Antonio Girelli, e primo mandato regionale per Miriam Cominelli. Dovrebbe entrare, ma sono in corso ancora i conteggi defintiivi, il sindaco di Iseo Riccardo Venchiarutti per la civica Gori presidente e il rappresentante del Movimento 5 Stelle Ferdinando Alberti.
Facile immaginare, come si ipotizzava già ieri a commento delle elezioni politiche, che i dati delle regionali che, come già detto, confermano i nuovi rapporti di forza nel centrodestra e lo stato di crisi nel centrosinistra, possano avere ricadute anche sulle elezioni politiche amministrative che si terranno a Brescia nei mesi prossimi.
Già nelle prossime ore la Lega terrà una conferenza stampa a Brescia per un'analisi del voto, mentre Gian Antonio Girelli, pd, pur riconfermato in consiglio regionale con 7.000 preferenze, in un'intervista concessa a Radio Voce, cerca di analizzare cosa non abbia funzionato nel centrosinistra.