Tironi: RSA, serve un tavolo di confronto
Simona Tironi, vicepresidente della Commissione III Sanità e Politiche Sociali in Regione, commenta la situazione nelle strutture residenziali e nelle RSA tra cari energetici, costi delle rette e mancanza di personale
La situazione nelle strutture residenziali e nelle RSA in particolare, già complicata dalla pandemia, si è aggravata a causa della perdita di molte professionalità, soprattutto infermieristiche, e a causa del caro bollette: le più piccole sono addirittura a rischio chiusura.
“Capisco la paura e la preoccupazione generale da parte delle famiglie, che in una situazione economica già molto delicata, temono - spiega Simona Tironi, vicepresidente della Commissione III Sanità e Politiche Sociali in Regione - di non poter riuscire a far fronte alle spese dei propri cari anziani e disabili, ma anche degli erogatori che sono sempre più in difficoltà nel garantire il non aumento delle rette. Nel corso di questi anni, e nello specifico degli ultimi sei mesi, durante le numerose visite istituzionali che ho effettuato presso le nostre RSA e comunità residenziali bresciane, ho avuto modo di recepire le problematiche dei presidi sociosanitari, che versano in gravi difficoltà, e soprattutto, di ascoltare le richieste delle famiglie”.
Il timore percepito dalle famiglie è proprio quello di non poter sostenere il costo delle rette per ler residenze sanitarie, che nella nostra provincia di Brescia contano 86 RSA, per un totale di circa 7500 posti letto.
“Già a settembre, per scongiurare il rincaro delle rette, la Giunta di Regione Lombardia è intervenuta con una delibera destinando quasi 40 milioni di euro per aggiornare del 2,5% su base annua, a partire dal mese di aprile 2022, le tariffe sanitarie applicate alla rete delle unità di offerta sociosanitarie, residenziali e semiresidenziali per disabili e anziani (RSA, Residenza sanitaria Assistenziale, RSD, Residenza sanitaria disabili, CSS-Comunità alloggio socio-sanitarie, CDD-Centro Diurno Disabili, CDI-Centri Diurni Integrati) le quali rischierebbero di cessare la propria attività o di erogare servizi inefficienti; ma anche per aiutare tutte quelle famiglie su cui viene scaricato l’impatto dell’aumento dei costi, visto che il servizio di assistenza si regge in larga misura sulla loro compartecipazione alla spesa” continua Tironi, “l’impegno di Regione è sempre stato, e e rimane tutt’ora, massimo, perché una regione attenta e vicina al mondo sociosanitario è indispensabile per poter mettere a terra un progetto che possa sostenere i propri cittadini in modo reale e concreto".
Tironi propone l’apertura di un tavolo di confronto bresciano con gli enti erogatori, seguendo il modello Brescia, già adottato con efficacia per diverse situazioni di cronicità, in modo da studiare un possibile disegno di revisione delle schede sosia e del minutaggio settimanale: “Con la messa a terra di questo progetto virtuoso, come si è rivelato il 'Modello Brescia', il mio impegno punterà a supportare le strutture nel difficile compito di governo aziendale post covid e far sì che i rincari dell’energia delle strutture, gravino sempre meno sul bilancio delle famiglie. L’obiettivo è di monitorare i dati economici, organizzativi e di servizio delle strutture dell’offerta sociosanitaria e di valutare la qualità e l’intensità del servizio, per cui laddove serva, vengano aggiornati gli standard dei minutaggi assistenziali, rivisti i requisiti di accreditamento” sottolinea Tironi.
“Imprescindibili sono le nuove assunzioni necessarie per il mantenimento e la fruizione dei servizi delle Rsa, puntando sulla qualità degli stessi, che passino attraverso il rispetto dei diritti del lavoro a partire dai contratti nazionali. Mi rimetto quindi anche al Governo, considerata la materia di sua competenza: che si faccia carico ulteriormente di aiutare questo comparto, punto di riferimento essenziale per le famiglie di anziani, disabili e minori in difficoltà” conclude la Vicepresidente.