Slitta al 25 gennaio il ritorno a scuola
La Regione, sulla scorta delle indicazioni fornite dal comitato tecnico-scientifico lombardo, ha deciso che gli studenti delle superiori restino in didattica a distanza per altre due settimane. La proposta di Filippo Ferrari, consigliere provinciale con delega alla pubblica istruzione: vaccino per i ragazzi dai 16 ai 18 anni penalizzati dal mancato ritorno in classe
Altro rinvio per il ritorno in classe degli studenti delle scuole superiori della Lombardia. Il ritorno fissato dal decreto legge del governo dei giorni scorsi all’11 gennaio, slitta al 25. La decisione è stata assunta nella tarda serata di ieri dalla Giunta regionale lombarda che ne ha dato notizia in una nota. “Preso atto delle valutazioni e delle risultanze di carattere sanitario, connesse all’attuale diffusione del Covid, condivise con il Comitato Tecnico Scientifico lombardo, Regione Lombardia ha assunto l’orientamento di proseguire le lezioni per le scuole secondarie di secondo grado con la didattica a distanza al 100%. La decisione verrà formalizzata con un’ordinanza e resterà in vigore fino al 24 gennaio”.
Tra i primi a commentare la decisione della Regione il bresciano Filippo Ferrari, consigliere provinciale delegato alla Pubblica Istruzione. "Stiamo danneggiando una generazione intera – sono state le sue parole - che da ormai un anno segue le lezioni davanti a un PC, senza un contatto diretto con gli insegnati e senza la disciplina scolastica fondamentale e intrinseca nella partecipazione diretta che da sempre caratterizza la nostra formazione”.
Di qui la proposta che i ragazzi dai 16 ai 18 anni, dopo il personale sanitario, siano sottoposti a vaccinazione. “È impensabile – continua Ferrari - che la scuola, gli studenti, e di conseguenza il nostro futuro, sia costretto a pagare le conseguenze di una emergenza sanitaria senza che l'istruzione sia considerata prioritaria a livello regionale”.
Il consigliere provinciale delegato alla Pubblica Istruzione si augura, infine, che si trovino presto soluzioni adeguate soprattutto in una provincia come quella di Brescia, che conta oltre 50mila studenti, che hanno pieno diritto allo studio e per i quali la Provincia non ha negato sforzi non solo per quanto riguarda la manutenzione degli Istituti e la sicurezza, anche anti-covid, grazie all'impegno dei dirigenti scolastici, ma anche per quanto riguarda il Trasporto Pubblico Locale.