Non profit socio-sanitario a Fontana: coinvolgici
Uneba e Aris, che il Lombardia gestiscono 500 fra residenze e ospedali, incontrano il governatore e chiedono di poter stare nelle cabine di regia con Ats e Asst. Perché, spiegano, «il nuovo modello socio sanitario, specie alla luce della revisione dei Lea, non può certamente essere lasciato alle sole logiche di mercato della concorrenza
Il sociosanitario non profit si fa sentire a Palazzo Lombardia, sede del governo regionale lombardo. Come riferisce www.vita.it, realtà partecipata da oltre 60 fra le più importanti organizzazioni italiane del terzo settore, in rappresentanza di oltre 52.000 associazioni territoriali, nei giorni scorsi Aris e Uneba, che rappresentano in Lombardia 500 strutture non profit del settore sanitario e sociosanitario, hanno infatti incontrato il presidente della Regione, Attilio Fontana per “rinnovare la totale disponibilità nei confronti del Sistema sanitario lombardo” e richiedere “di essere presenti in modo stabile nelle cabine di regia delle Ats e Asst”, riguardanti la programmazione regionale, come informa una nota congiunta delle due organizzazioni.
“Il nuovo modello socio sanitario, specie alla luce della revisione dei Lea, non può certamente essere lasciato alle sole logiche di mercato nella concorrenza tra gli enti erogatori accreditati”, si legge nel documento consegnato a Fontana, “poiché finirebbe per minare seriamente la componente di investimento dei vari operatori del sistema salute” e “di conseguenza, anche il livello qualitativo della continuità di cura”.
Aris e Uneba auspicano un “differente approccio” anche sul tema degli ospedali classificati e di ispirazione non profit, strutture collocate “statutariamente all'origine del Sistema sanitario nazionale-Ssn che oggi il regolatore pubblico tende, per semplicità, a sovrapporre a comuni ospedali privati”, conclude il documento che chiede di «riconoscere il ruolo, sussidiario al pubblico e non in competizione con lo stesso, delle strutture associate» le quali “svolgono attività che il privato profit tende spesso ad evitare in quanto poco remunerative e spesso non programmabili”.