Natale senza sci? Il no della Lombardia
Dura reazione di Lara Magoni assessore allo sport della Regione contro l'annuncio di Conte che non vede nell'immediato che condizioni per la riapertura degli impianti. "Questa scelta - afferma l'ex campionessa di sci - sarebbe la pietra tombale per un comparto già in crisi". Dal Movimento 5 Stelle lombardo un ammonimento: la Regione pensi prima al funzionamento della sanità
La Lombardia, che con le montagne di Valle Camonica e della Valtellina, può vantare alcuni dei più importanti comprensori sciistici del Paese, alza la voce contro l’indicazione del presidente del Consiglio Conte che, a oggi, escluderebbe la riapertura degli impianti in questo scorcio di 2020, per non ripetere quanto accaduto la scorsa estate ed esporre il Paese a una nuova disastrosa fase della pandemia da Covid-19. Anche se la situazione sta lentamente migliorando, tanto da lasciare ipotizzare un’Italia divisa soltanto in zone arancioni e gialle e un allentamento delle misure in atto, per il premier non ci sarebbero le condizioni per il via libera allo sci e agli assembramenti che questo produce.
Quella del Premier è una cautela che non piace, però, a Lara Magoni, assessore regionale al Turismo, marketing territoriale e moda. “La scelta del Governo di tenere chiusi gli impianti sciistici – afferma l’ex campionessa di sci - potrebbe rappresentare la pietra tombale per l’economia di interi territori di una vasta area italiana. Una decisione che, se confermata, non ascolta il grido d’allarme di migliaia di operatori della montagna: per non parlare dell’indotto del turismo, dalle strutture ricettive alla ristorazione e sino a tutte quelle aziende di abbigliamento, attrezzature sportive e accessori che hanno nella stagione bianca il loro mercato di riferimento”.
“Il Governo – continua ancora l’assessore regionale - non sta tenendo conto della programmazione degli altri Paesi confinanti dell’arco alpino: a Natale magari si potrà sciare in Svizzera e in Austria, mentre pochi chilometri di qua del confine, in Italia, tutto potrebbe essere mestamente chiuso. Una vera e propria ingiustizia. A maggior ragione dopo che la Conferenza delle Regioni ha approvato le linee guida per l'utilizzo degli impianti di risalita in totale sicurezza”.
Per decisioni di tale portata, che coinvolgono il destino di un intero comparto produttivo, sarebbe fondamentale secondo Lara Magoni una condivisione a livello europeo, con strategie comuni, che tengano in considerazione l’emergenza epidemiologica e le esigenze del mondo della montagna.
All’ex campionessa di sci, titolare della delega regionale al turismo, ha risposto a stretto giro di comunicati stampa il M5S lombardo. “Prima di poter sciare, i lombardi chiedono una sanità che funzioni – sono parole del consigliere regionale pentastellato Raffaele Erba - . Regione Lombardia invoca a gran voce la riapertura degli impianti sciistici. Ma in questo momento, con i numeri dei contagi che non si sono ancora stabilizzati, sarebbe un azzardo”.
Giusto, per Erba, che il Governo provveda a risarcire tutti gli operatori economici del settore per contenere i danni derivanti dai mancati introiti di questa stagione invernale, ma allo stesso tempo, continua, “Regione Lombardia deve intervenire sui fattori che limitano il contagio. Fattori che presentano ancora moltissime lacune. Senza interventi strutturali su tracciamenti, senza il miglioramento delle cure e senza efficaci misure anti-assembramenti sui trasporti, ci ritroveremmo indifesi e rischieremmo una terza ondata".