Mattinzoli in Regione con e per la gente
Classe 1959, imprenditore, sindaco di Sirmione, coordinatore provinciale di Forza Italia, già vice presidente della Provincia di Brescia: è Alessandro Mattinzoli, candidato forzista alle elezioni regionali della Lombardia che si terranno il 4 marzo
Classe 1959, imprenditore, sindaco di Sirmione, coordinatore provinciale di Forza Italia, già vice presidente della Provincia di Brescia: è Alessandro Mattinzoli, candidato forzista alle elezioni regionali della Lombardia che si terranno il 4 marzo.
Cosa intende portare in regione della sua esperienza da sindaco?
I sindaci, in questi ultimi tempi, hanno dovuto confrontarsi con i problemi sempre più concreti delle persone, della piccola e media impresa, delle associazioni di volontariato, del tessuto sociale. E’ stato un confronto sul campo, basato su bisogni reali. Regione Lombardia è un macro territorio rispetto a un Comune ma credo che le dinamiche siano le stesse. Sintesi e concretezza: devi creare delle opportunità, devi mettere gli amministratori locali nelle condizioni di poter avere a disposizione le risorse necessarie affinché possano creare una “rete di sistema” funzionante che li renda realmente vicini ai problemi delle persone, dando loro la possibilità di risolverli.
Il legame con il territorio, il contatto con la gente, sono da sempre i suoi punti di forza. Questa capacità di ascolto come la coniugherà con il mandato istituzionale?
La capacità di ascolto ti serve per prendere, poi, delle decisioni, nella certezza di aver compreso quali sono i reali problemi, soprattutto le esigenze, che il cittadino come l’amministratore ti rivolge. Per farlo bisogna conoscere il territorio, le molteplici “situazioni”. E’ quindi necessario fare tappa sul territorio stesso, senza fermarsi, come si suol dire, nel palazzo: un’operatività che è nel Dna di un sindaco. La modalità operativa: ascolto, capacità di fare sintesi circa i problemi da affrontare, reperimento delle risorse e tanta concretezza coniugata con l’apparato burocratico che c’è in tutti gli enti e che deve essere snellito. In tale contesto devi essere presente, devi dimostrare la tua ferrea volontà nel raggiungimento degli obiettivi.
Quali sono gli argomenti, secondo lei più importanti, che vuole proporre all’interno del dibattito regionale?
Si deve amministrare il bene pubblico con passione, forza, energia e penso di poter dire di averne tanta: è un grande onore, una grande sfida, una grande responsabilità. Si ottengono anche immense soddisfazioni perché quando riesci a ottenere un risultato significa che ti sei battuto per la collettività. I temi? A livello generale, vogliamo portare la persona al centro di ogni nostro progetto così da alzare la qualità della vita dei cittadini. In questo momento l’apertura della forbice tra ricchezza e povertà è assolutamente inaccettabile. Anche in questo senso è necessario intervenire. Entrando nello specifico delle tematiche riguardanti la qualità della vita sottolineo la salute della cittadinanza. La riforma di Regione Lombardia va avanti. E’ però migliorabile attraverso l’ascolto di medici, paramedici, personale sanitario. Sono loro che in concreto la applicano. Ci sono altre tematiche: dalla sicurezza all’agricoltura. Basti pensare al Bresciano, alla sua filiera agroalimentare, alla tradizione della caccia. Vogliamo parlare di mobilità? Pensiamo al rilancio dell’aeroporto di Montichiari in termini occupazionali cosa potrebbe portare. Dopo 19 anni di esperienza come amministratore mi permetto di dire che il vero segreto è avere un metodo di lavoro da applicare su qualsiasi tematica. Per questo, lo ribadisco, è necessario conoscere a fondo il territorio, ascoltare le associazioni di categoria, di volontariato… Bisogna saper interpretare le loro esigenze in modo flessibile, in un mondo che sta cambiando con una velocità incredibile. La conoscenza del territorio ti mette nelle condizione di porre dei rimedi. Di certo non ho la bacchetta magica ma ritengo che con passione, energia e dedizione sia per le persone che per il proprio ruolo si possano cambiare le cose. Essere amministratore, per me, significa avere una missione, significa essere al servizio delle persone.
In caso di vittoria di Attilio Fontana, candidato alla presidenza di Regione Lombardia, pensa che il suo governo sarà in continuità con quanto fatto sino a oggi dal centrodestra, oppure intravede qualche segnale in controtendenza?
Andiamo verso la continuità accompagnati, altresì, da un grande rinnovamento dovuto a un cambiamento strutturale di cui non possiamo non tenere conto. Ci sono poi difficoltà che non sono quelle che conoscevamo un tempo. Con l’autonomia e attraverso le nuove competenze Regione Lombardia dovrà ricordarsi che come le ha chieste al Governo centrale dovrà saperle distribuire a sua volta agli amministratori, facendo una sorta di equazione. Credo assolutamente che il territorio non possa permettersi di avere una voce troppo lontana anche in termini di distanza per poter comunicare difficoltà e problemi da risolvere. Un’inversione di tendenza potrebbe essere rappresentata dal rilancio di alcune situazioni a livello locale che ti possano dare informazioni immediate su quella che è la situazione del territorio. Penso alla provincia di Brescia, tanto affascinante quanto complessa e vasta. Dobbiamo, inoltre, smettere di accontentarci nel dire che la Lombardia è la miglior regione d’Italia. Dobbiamo innanzitutto avere l’ambizione di diventare una delle maggiori regioni d’Europa: ci sono tutte le condizioni, le eccellenze, vanno solo messe a sistema. C’è un grande impegno da parte del tessuto sociale, del volontariato, in tutti gli ambiti, nel voler fare sistema. Noi dobbiamo coordinare fornendo le opportunità. L’ultimo auspicio? Spero che tutte le regioni d’Italia diventino come la Lombardia. Mi piace pensare a un’Italia che cresce. Vogliamo il benessere innanzitutto dei bresciani, dei lombardi e, ovviamente, dell’Italia intera.