Lombardia: si discutono le regole per il voto
All'esame da oggi in consiglio regionale le modifiche alla legge elettorale che affidano al Presidente della Regione in carica (e non più al Prefetto) la firma dell’atto di indizione delle elezioni regionali
Mentre ancora il centro sinistra lombardo è alla ricerca di un candidato da contrapporre a Attilio Fontana e a Letizia Moratti nella competizione per la presidenza della Lombardia, arrivano questa mattina all’esame del consiglio regionale le modifiche alla legge elettorale regionale che affidano al Presidente della Regione in carica (e non più al Prefetto) la firma dell’atto di indizione delle elezioni regionali.
La legge stabilisce che il Presidente della Regione può indire le elezioni non prima dei 30 giorni precedenti la fine naturale della legislatura e non oltre i 60 giorni successivi o nella domenica compresa nei sei giorni ulteriori: per la Lombardia quindi il “range temporale” è da intendersi compreso tra domenica 5 febbraio e domenica 7 maggio 2023. E’ in ogni caso competenza del Ministero dell’Interno stabilire una data differente da quella indicata dal Presidente della Regione a fronte di possibili accorpamenti con altre elezioni.
Restano invariate le modalità per l’assegnazione dei seggi consiliari alle singole circoscrizioni elettorali: la ripartizione dei seggi tra le circoscrizioni è effettuata dividendo il numero complessivo degli abitanti della regione per il numero dei seggi attribuiti al relativo Consiglio regionale (80 in Lombardia) e assegnando di conseguenza i seggi in proporzione alla popolazione di ogni circoscrizione sulla base dei quozienti interi e dei resti più alti. La popolazione è determinata in base ai risultati dell'ultimo censimento generale, riportati dalla più recente pubblicazione ufficiale dell'Istituto centrale di statistica.
Quando i lombardi saranno chiamati al voto (presumibilmente tra febbraio e marzo del prossimo anno) andranno a scegliere il Presidente della sulla base di una legge che prevede un unico turno di voto e che consegna la vittoria al candidato che ha ottenuto più voti a cui viene assegnato anche un premio di maggioranza per consentire la governabilità.