Legambiente: le rinnovabili non decollano
Nell’Italia del sole e del vento, le energie rinnovabili faticano a decollare: le normative obsolete, la lentezza nel rilascio delle autorizzazioni, i vincoli da parte delle sovrintendenze e le norme regionali disomogenee tra loro ostacolano il cambiamento. Questo è quanto emerge dal nuovo report di Legambiente “Scacco Matto alle rinnovabili. Tutta la burocrazia che blocca lo sviluppo delle rinnovabili favorendo gas e finte soluzioni”, in cui l’associazione raccoglie venti storie simbolo di blocchi alle fonti pulite che riguardano tutto il Paese. Tutto questo ostacola il raggiungimento degli obiettivi europei climatici che prevedono una riduzione del 55% delle emissioni, al 2030, rispetto ai livelli del 1990 e una copertura da rinnovabili del 72% per la parte elettrica; un obiettivo che l’Italia rischia di raggiungere non prima del 2100 ma che, se anche solo il 50% delle rinnovabili oggi sulla carta arrivasse al termine dell’iter autorizzativo, avrebbe già conquistato.
"La poca chiarezza dei processi attuativi e la contraddittorietà di alcune norme sono spesso causa delle opposizioni dei territori all’installazione di impianti che possono rappresentare una svolta importante per la produzione di energia pulita. – spiega Damiano Di Simine, coordinatore scientifico di Legambiente Lombardia – E’ urgente snellire le procedure per favorire un processo di rinnovamento importante e contrastare il cambiamento climatico".
"Al momento le attuali regole e procedure portano i tempi medi per ottenere l’autorizzazione alla realizzazione di un impianto eolico, ad esempio, a 5 anni contro i 6 mesi previsti dalla normativa. Tempi infiniti" spiega Katiuscia Eroe, responsabile energia di Legambiente.
Ciò che si denuncia, quindi, è la mancanza di un quadro normativo in grado di mettere ordine e rendere possibile il cambiamento. L’attuale riferimento è il Decreto Interministeriale del 2010, testo che ha ormai quasi 12 anni e risulta obsoleto rispetto a quanto è cambiato ad oggi in termini di conoscenze delle tecnologie, di innovazione e applicabilità. Legambiente, perciò, ribadisce l’urgenza di una revisione delle linee guida, rimaste immutate da troppo tempo, con un inquadramento aggiornato delle fonti rinnovabili e una maggiore partecipazione dei territori ad un progetto di interesse universale.