L'addio di Letizia Moratti
L'assessore al welfare e vice presidente della Regione ha rassegnato ieri le sue dimissioni formalmente dettate dalle scelte operate dal governo Meloni in campo sanitario in contrasto con le linee seguite in Lombardia. Alle spalle, però, ci sono mesi di tensione con il presidente Fontana sulla candidatura alla regionali del prossimo anno
Nel giorno in cui la Commissione consiliare Sanità, ha avviato a Milano i lavori sul progetto di legge per sviluppare l’assistenza alle persone con paralisi, traumatica e non traumatica, in Regione sono arrivate le dimissioni di Letizia Moratti, assessore regionale al welfare. L’ormai ex vicepresidente di Palazzo Lombardia ha affidato a una nota le ragioni della sua scelta.
“L'impegno dei mesi scorsi sul Covid – si legge nel comunicato diffuso da Letizia Moratti - ha portato la Lombardia ad essere tra le prime aree al mondo per adesione e copertura: un successo di cui essere fieri e che ora viene messo in discussione da provvedimenti (quelli assunti dal governo Meloni, ndr) che non condivido. Da una parte prendo positivamente atto che la linea da me stabilita per i cittadini lombardi è stata quella di seguire il parere degli esperti della Cabina di Regia lombarda che ho attivato sull'obbligo delle mascherine in ospedali e Rsa; dall'altra registro con preoccupazione la scelta di anticipare il reintegro dei medici e degli altri professionisti della sanità non vaccinati, il condono sulle multe ai no vax e la diversa sensibilità sull'importanza dei vaccini". Quelli elencati dalla Moratti sarebbero “esempi emblematici" di una "diversa impostazione politica in questo ambito" incompatibile col il suo ruolo.
Le dimissioni dell’assessore al Welfare hanno provocato un serie di reazioni di diverso tono. Il centro sinistra, sia a livello regionale che a quello nazionale, le ha bollate come la definitiva certificazione di una crisi interna alla maggioranza che regge la Regione dove i contrasti tra il presidente Fontana e la vice che lui stesso aveva scelto in piena pandemia per rimediare agli errori evidenti commessi dal precedente assessore Gallera, erano andati facendosi sempre più evidenti. “Moratti -è stato il commento del sindaco di Milano Giuseppe Sala - ha fatto quello che non ha avuto il coraggio di fare Fontana, cioè di prendere atto che non c'era più fiducia".
Più drastico il commento del gruppo del Movimento 5 Stelle che siede in Regione. "Dopo i fatti di oggi – scrive il capogruppo Nicola Di Marco - riteniamo che questa disastrosa esperienza di governo debba terminare. Attendiamo le dimissioni a ruota dello sfiduciato presidente Fontana, alla guida di una Giunta inoperosa e bloccata dalla fuga degli assessori verso il Parlamento".
“Le dimissioni della Vicepresidente Moratti non si può certo dire che giungano inaspettate. Rappresentano un punto di particolare importanza sullo scenario regionale e non solo. Perché quanto si era manifestato fin dall’inizio della sua esperienza in Lombardia e cioè un certo “distacco” dal Presidente Fontana e dalla sua Giunta con idee spesso divergenti anche sulla riforma sanitaria, nonché un progressivo manifestarsi di disagio, è ora sfociato in una netta presa di distanza dall’operato della sua stessa maggioranza.” E’ il commento che arriva dalla Camera dei deputati dove siede il bresciano Gianantonio Girelli (Pd), sino a poche settimane da consigliere regionale.
“E a colpire ancor di più – continua - sono le motivazioni che tendono da un lato a stigmatizzare una gestione regionale imbarazzante ed inadeguata sotto molti profili, dall’altro a difendere alcune sue scelte, alcune delle quali sollecitate anche dal PD, che auspica vengano portate a termine”.
Dal centro destra, invece, è arrivato il pieno appoggio al presidente Attilio Fontana e alla sua scelta di nominare nuovo assessore al Welfare Guido Bertolaso.
Con le dimissioni di ieri si è formalmente aperta la partita anche sul futuro di Letizia Moratti. A lungo nei mesi scorsi era stata indicata come candidata alla presidenza della Regione per il centro destra proprio al posto di Attilio Fontana. Con la formalizzazione dell’addio va prendendo quota l’imposti di una sua presenza nella competizione regionale. Con chi resta ancora tutto da decidere.