Tolkien e il Silmarillion
Mai pubblicata prima in Italia, il libro di Clyde S. Kilby è il primo vero studio sull’opera dell’autore del “Signore degli Anelli”
Non sempre il mondo dell’editoria italiana, per diversi motivi, traduce e rende fruibile in italiano alcuni libri che vengono pubblicati nel mondo. Senza sindacare il come e il perché, questo è il caso del piccolo volume “Tolkien e il Silmarillion” scritto da Clyde S. Kilby. Pubblicato nel 1976 è stato il primo vero studio sulle opere di Tolkien, scritto prima che “Il Silmarillion” stesso uscisse a opera di Christopher, il figlio del professore di Oxford dopo la sua morte. Ciò che si trova in queste pagine è il resoconto degli incontri e dell’aiuto offerto da Kilby a Tolkien nell’estate del 1966 nel lavoro di rielaborazione e sistemazione del materiale che avrebbe fatto parte de “Il Silmarillion”, cioè delle storie che riguardano Arda (il mondo di Tolkien) dalla sua origine alla Terza Era, epoca in cui sono ambientati “Lo Hobbit” e “Il Signore degli Anelli”. Mai pubblicato in Italia fino ad ora, il volume, edito da L’Arco e la Corte (20 euro) su intuizione di Giuseppe Scattolini, contiene il testo di Kilby, tradotto da Luca Manini, ed è arricchito da una serie di contributi di diversi studiosi tolkieniani, italiani e non, che lo hanno commentato. Il tutto è stato curato da Greta Bertani che ha unito e armonizzato il lavoro di molti. Il testo, proprio per la mole delle note, è corredato uno spazio aumentato accessibile tramite Qr code che rimanda a Tolkieniana.net.
“Ci sono libri la cui importanza è inversamente proporzionale alla loro dimensione. Il presente volume è uno di questi” scrive Thomas Honegger, nella prefazione alla pubblicazione italiana dell’opera di Kilby, che più avanti continua: “Cosa più importante ancora, fu una delle poche pubblicazioni che permetteva uno sguardo di prima mano al Legendarium prima ancora della sua pubblicazione in The Silmarillion, e in Unfinished Tales, e, più tardi, nei numerosi volumi della History of Middle-Earth. Il testo nel suo complesso ha resistito sorprendentemente bene allo scorrere del tempo ed è ancora in grado di attrarre il lettore. Non solo Kilby fornisce valutazioni perspicaci e profonde per molti dei principali temi nelle opere e nella vita di Tolkien, ma la descrizione del modo in cui il Professore lo accolse in casa sua, e delle lunghe ore passate a parlare del suo mondo sub-creato, riportano Tolkien in vita, tanto che pare quasi che dalle pagine del libro emani l’odore del fumo della sua pipa”. Si legge una testimonianza diretta di un uomo che ha incontrato, conosciuto e collaborato con Tolkien e che lo racconta dalla propria esperienza, offrendone uno spaccato che conferma il percorso di molti studiosi in questi anni: il rapporto con gli Inklings o il suo cristianesimo vissuto e qui testimoniato, collegandolo alle sue opere. Ma molto altro si può scovare tra le pieghe di una testimonianza diretta, introvabile altrove e sublime, per gli amanti di chi scrisse, tra gli altri, di Frodo Baggins.