Sui prati del Tonale, ritrovate 94 salme alpine
Quanti particolari della nostra storia giacciono dimenticati in polverosi faldoni, in attesa che un ricercatore curioso o un anniversario dia loro l’occasione per tornare alla luce. Tra i tanti, quelli custoditi nell’Archivio Storico dello Stato Maggiore dell’Esercito sono stati scritti in tempi tragici, alla luce di una fioca candela e in un umido riparo nella roccia. La grafia appare incerta e tremolante: brevi righe e alcune richieste che, però, sono più simili a suppliche. Forse sono solo ignoti brandelli della grande Storia, o forse, invece, sono spunti di riflessione e di azione per il presente.
Ricostruzione. Proprio grazie alle parole del nonno Ubaldo Ingravalle, Sergio Boem ha ricostruito le tragiche vicende del battaglione “Valcamonica” nel suo nuovo libro “Sui prati del Tonale 94 stelle alpine” (Edizioni Rendena – Tione, 2021). “Ricostruendo i tre anni della sofferta guerra di mio nonno Ubaldo Ingravalle, ho frugato a lungo tra documenti e libri, ma senza troppa fortuna. La storia ha infatti tramandato ben poco del battaglione alpino ‘Valcamonica’ – spiega l’autore –. Era indispensabile risalire all’originale narrazione, pescando nell’unico documento ufficiale esistente e depositato nell’Archivio storico dell’esercito Roma: il ‘Diario storico’ del reparto, compilato quotidianamente dai soldati con le novità del giorno, il numero degli ammalati o il tempo atmosferico e la temperatura. Non furono uomini fortunati, quelli come mio nonno, visto che furono inviati sulle montagne e sui fronti più duri della Grande Guerra: Monte Rombon, il Cauriol, il Monte Grappa e infine i pendii del Passo del Tonale”.
Ritrovamento. Quella del “Diario storico” è una scrittura rigorosa, scarna, distaccata. Non quella di Ubaldo Ingravalle, che ha colpito il nipote perché “pareva di intravedere il campo della lotta, la neve e la lontana cima – continua Boem –. Mi balzarono alla vista i continui richiami a due gigantesche fosse comuni colmate dai corpi nemici dopo la cruenta battaglia del 13 giugno 1918 sul Passo del Tonale. Il nonno, in quelle righe, indica con precisione il luogo prescelto e addirittura le circostanze del seppellimento. A tratti, sembra che il suo fosse quasi un promemoria, un’indicazione per chi, nel dopoguerra, si sarebbe occupato di quella doverosa opera di riesumazione. Cercai a lungo qualche notizia circa quel gigantesco sepolcreto, ma con mio stupore senza alcun esito. Continuai con caparbietà le ricerche di archivio presso le biblioteche o interpellando assonnati uffici pubblici e mi recai lassù in visita. Notai che una zona aveva una vegetazione rigogliosa: era rarissimo a quelle quote. Ero fermamente convinto che quei 94 corpi di cui parlava il nonno nel Diario avessero trovato la sepoltura proprio lì e portai sul luogo alcuni studiosi. Durante un ennesimo controllo trovai, nel settembre 2019, dei segni di scavo in antichi crateri creati dalle esplosioni sui prati del Tonale. Allarmato spostai la terra e ritrovai brandelli, divise macerate e alcune ossa”.
Libro. La fiducia riposta nelle parole del nonno porta ad una scoperta inaudita. Non solo: la Storia di questi corpi dimenticati e del battaglione “Valcamonica” trova casa nel libro di Boem. “L’immobilità della pandemia mi dette modo di stendere le righe di un nuovo testo – conclude –. L’opera è un sasso gettato nel lago dell’indifferenza o una denuncia per una memoria negata, ma soprattutto credo sia una spinta e un moto di pietà per 94 valorosi ragazzi che sono stati dimenticati lassù da oltre cento anni, dopo il sacrificio del loro bene più caro. Quei soldati rimasti giovani per sempre attendono che il loro riposo diventi protetto e definitivo. Oggi sono solo resti di uomini appartenenti ai popoli di un Impero scomparso”.