Per amore del suo popolo
Nel libro, edizione Il Pozzo di Giacobbe, "Per amore del suo popolo. la vita eroica del metropolita Andrea Szeptyckyj (1865-1944)" l'autore Augustyn Babiak racconta la fede, la spiritualità e l’umanità del metropolita Andrea Szeptyckyj nel suo lungo ministero episcopale, guida per la Chiesa greco-cattolica e per il suo popolo in un contesto socio-politico difficile
Attraverso la minuziosa biografia del metropolita ucraino Andrea Szeptyckyj, il testo consente al lettore di immergersi nella storia che caratterizza la fede greco-cattolica. Questa storia si intreccia con nazioni e popoli che hanno rischiato di essere cancellati da dittature e oligarchie, un triste passato che oggi rischia di tornare in Ucraina.
Questa storia ha dunque uno sfondo buio e cupo, caratterizzato da nazionalismi e totalitarismi, ma in questo sfondo splendono stelle anche oggi capaci di brillare. Queste stelle sono uomini che hanno saputo guardare oltre, uomini che non si sono fatti condizionare dalle ideologie e che hanno, fino in fondo e con coraggio, indicato e perseguito la via del dialogo, del confronto, del rispetto della dignità umana.
Il metropolita ucraino Andrea Szeptyckyj brilla in questo firmamento, la sua incrollabile fede lo ha reso un uomo oltre il tempo, le sue lettere pastorali sono ancora attuali, i suoi insegnamenti continuano a guidare il suo popolo ucraino e ogni uomo che si accosta ai suoi scritti. Le lettere indirizzate a Hitler e a Stalin testimoniano la profonda ricerca del dialogo, una ricerca volta a stanare l’uomo che si cela dietro ogni dittatore, Szeptyckyj parlava all’uomo con lo stile di Dio.
Questo servo di Dio, con la sua esistenza ha testimoniato come la fede possa guidare l’uomo nella faticosa ricerca della giustizia, dell’unità, del bene per ogni essere umano, in un tempo e in luogo in cui sarebbe stato più semplice chinare la testa a una colpevole omologazione.
L’avvio della riforma del seminario diocesano nel 1901, la fondazione della congregazione monastica orientale “Studion” con la regola di S. Teodoro Studita e il primo sinodo della Chiesa cattolica di rito bizantino-slavo in Russia, sono solo alcune delle opere di un servo operoso, capace di leggere il suo tempo e le esigenze del gregge affidato dal Signore, a questo gregge dedicò l’intera vita guidandolo in una ricostruzione morale e spirituale.
Il processo di beatificazione iniziato pochi anni dopo la sua morte si rivelò lungo e travagliato, non mancarono infatti coloro che ostacolarono questo processo, « […] sarete odiati da tutti a causa del mio nome; ma chi persevererà sino alla fine sarà salvato», Mt 10,22-25. Il servo di Dio ha perseverato, nel delirio politico-ideologico che ha caratterizzato il suo tempo e nella prova della prigionia; questa perseveranza è la testimonianza di un Dio che non abbandona l’uomo che a Lui si affida, ma gli dona la forza e il coraggio per affrontare la vita come una missione, un dono per il prossimo.