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Brescia
di REDAZIONE 20 feb 2023 09:52

Padre Emmanuel, fede e liturgia

“A quanti di noi sarà capitato di vedere, viaggiando, un cartello stradale nascosto da foglie e rami cresciuti più del dovuto! In quel caso il cartello è inutile. La stessa cosa può succedere anche nel cammino umano, se persone che sono (o sono state) segni di positività, di bene, di speranza vengono dimenticate. E’ per questo che qualche anno fa mi sono decisa a scrivere una prima breve biografia di un personaggio che è stato segno per molti: per tenerne viva la memoria e gli insegnamenti. E’ stata senz’altro una scelta controcorrente: il personaggio è un frate cappuccino! per di più amico e collaboratore di Luigi Giussani, fondatore di Comunione e Liberazione”.

Così Silvana Rapposelli nell’annunciare la sua ultima fatica letteraria, “Padre Emmanuel, fede e liturgia” (edizioni Itaca). Originario di Brescia, dove è rimasto fino a 18 anni, il futuro frate (1928-2012) ha scoperto e abbracciato la sua vocazione grazie all’educazione ricevuta in famiglia, dove si respirava la tradizione del cattolicesimo bresciano socialmente impegnato e innovativo. Il libro ripercorre le tappe fondamentali della sua vita: il miracolo - tale fu considerato innanzi tutto dalla madre - di essere scampato a una meningite all’età di quattro anni; il gusto innato per l’ordine e la bellezza; la fuga da casa, a 15 anni, per andare a farsi frate -contro la volontà dei genitori- nel convento dei Cappuccini di Albino (Bg); l’ingresso “regolare” in convento a Cremona tre anni dopo; l’ordinazione sacerdotale nel ’54 e l’incontro con don Giussani, giovane prete; poi il soggiorno in vari conventi in Lombardia, cappellano presso l’Ospedale di Bergamo e per un periodo in Francia, a Besançon, missionario dedito a spaccar legna per scaldarsi e dir messa la domenica per dodici fedeli; infine il ritorno definitivo a Milano con l’insegnamento della religione in vari licei statali e non, con il relativo impegno nel mondo studentesco ufficialmente autorizzato dai suoi superiori; infine assistente spirituale presso l’Università Cattolica.

“Il libro – sottolinea l’autrice –  ha la pretesa di poter essere letto con frutto da tutti coloro che, ignari del personaggio e lontani da problematiche di tipo religioso, trovassero abbandonato il volumetto sul treno e cominciassero a sfogliarlo per curiosità. Infatti il libro non è per addetti ai lavori', ma può essere goduto da tutti, coi suoi racconti di vita vissuta, con i suoi colpi di scena come la fuga non dal convento ma per il convento, peraltro resi magicamente anche dalle numerose immagini d’epoca”.

REDAZIONE 20 feb 2023 09:52