lock forward back pause icon-master-sprites-04 volume grid-view list-view fb whatsapp tw gplus yt left right up down cloud sun
Brescia
di SEBASTIANO LAURITANO 24 ott 2024 12:03

Don Murgioni. Dalla mia cella posso vedere il mare

Mercoledì 6 novembre, dalle 18, alla libreria Paoline, in via Gabriele Rosa, 57 sarà possibile partecipare alla presentazione della nuova edizione ampliata e arricchita del libro di Anselmo Palini – edito da Ave – su don Pierluigi Murgioni dal titolo “Dalla mia cella posso vedere il mare”. Con l’introduzione di Gabriele Colleoni, saranno presenti: mons. Gabriele Filippini, Pino Murgioni – fratello di don Pierluigi – e l’autore del libro, Anselmo Palini.

In questa nuova edizione vengono pubblicate diverse lettere inedite di don Pierluigi Murgioni, indirizzate all'allora Vescovo di Brescia, mons. Luigi Morstabilini, o ai propri cari. Si tratta di lettere ritrovate solo recentemente nei documenti in possesso dei familiari e non presenti pertanto nelle varie ristampe del libro finora uscite. Sono testi particolarmente significativi in quanto permettono di conoscere più a fondo i motivi per i quali don Pierluigi verrà arrestato e di apprezzare la coerenza delle sue scelte in linea con l’annuncio evangelico.

Vengono proposte anche alcune lettere del carteggio, finora riservato, fra la Nunziatura in Uruguay, la Santa Sede e il Vescovo di Brescia. Ciò è possibile grazie a nuovi documenti messi a disposizione sempre dai familiari e ad una specifica autorizzazione ottenuta dalla Curia di Brescia. Grazie all’autorizzazione della Curia bresciana vengono pubblicate anche altre lettere inviate da mons. Morstabilini al suo sacerdote in carcere in Uruguay, che testimoniano il vivo interessamento del vescovo, che si rivolse anche alla Farnesina, alla Conferenza Episcopale Italiana (CEI) e alla Pontificia Commissione Iustitia et Pax per chiedere di intervenire in favore di don Murgioni.

Da questi nuovi documenti emerge la vicinanza e la sollecitudine che il vescovo di Brescia, mons. Luigi Morstabilini, sempre manifestò nei confronti del proprio sacerdote in carcere in Uruguay, comprendendo pienamente le motivazioni di fede alla base della sua azione e delle sue scelte. E, accanto al vescovo, i suoi più stretti collaboratori e i sacerdoti diocesani, in particolare quanti operavano all’interno dell’Ufficio Missionario, in primis don Renato Monolo.

SEBASTIANO LAURITANO 24 ott 2024 12:03