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di IRENE BETTONI 18 set 2024 13:57

Detti e ridetti dell'antichità classica

Quasi quotidianamente utilizziamo espressioni e parole le cui radici affondano nell’antichità classica o almeno così crediamo.

Sentiamo e usiamo spesso l’espressione “Tizio, Caio e Sempronio” per indicare degli individui generici, inconsapevoli del fatto che nessuna fonte latina attesta l’esistenza di una simile triade e che, mentre Titius e Sempronius sono nomi di origine romana, mai alcun romano si è chiamato “Caius”.

Che davvero tutte le strade portino a Roma o che un tempo queste partissero dall’Urbe? “Mens sana in corpore sano” implica un corpo dedito all’attività fisica o adatto a tollerare sfide morali e spirituali? Cesare ha mai realmente pronunciato “il dado è tratto” (alea iacta est)? Edipo soffriva del complesso a cui è poi stato dato il suo nome o era una semplice vittima del fato? Mentore è realmente stato il mentore di Telemaco o tale ruolo è stato assunto dalla dea Atena con le sembianze dell’amico di Odisseo? L’amore platonico è privo di qualunque implicazione fisica come siamo abituati a ritenerlo o si costituisce delle molteplici sfumature di qualunque altro amore?

Gian Enrico Manzoni, docente di didattica latina nella facoltà di lettere dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Brescia, mette a disposizione la sua conoscenza del mondo classico per illustrare la vera origine delle citazioni e riflessioni che si sono insinuate nell’uso comune nel libro “Detti e ridetti dell’antichità classica”, edito da Scholè.

Il testo si costruisce a partire del principio di paradosso non come semplice affermazione contraria all’opinione comune, ma, riprendendo il quarto libro dell’Institutio Oratoria di Quintiliano, come “un discorso o un’affermazione che desta stupore negli ascoltatori”. E’ proprio attraverso espressioni di valenza paradossale, perché senza fondamento storico o letterario, che tentiamo di veicolare una verità inesistente o di consolidare impropriamente una teoria.

Il volume, suddiviso in due sezioni, una greca e una latina, e completo di un indice di tutte le voci citate all’ interno, ha l’obiettivo di indagare quanto di vero e di falso ci sia in alcuni dei nostri più antichi modi di dire, incoraggiando a uno studio delle lettere classiche “non per la scuola ma per la vita”.

Manzoni utilizza un tono ironico che favorisce una lettura scorrevole e leggera senza rinunciare a provocazioni che stimolano il lettore a una riflessione sul complesso tema dell’utilizzo dei termini, promuovendo il prevalere della conoscenza sulla semplice parola.

In un mondo in cui il linguaggio è il nostro principale mezzo di comunicazione conoscerne il reale significato costituisce un mezzo di arricchimento per noi stessi e ci educa a un corretto dialogo con gli altri.


IRENE BETTONI 18 set 2024 13:57