Breve storia del segno della croce
È uno dei gesti più semplici, noti e ripetuti della cristianità, giunto a noi dal passato e che si impara da bambini. Mi sto riferendo al segno della croce, diventato protagonista del libro «Breve storia del segno della croce» di Gaetano Passarelli. Il saggio, edito da Graphe.it, è un viaggio nel passato alla comprensione di un segno che i cristiani compiono ancora oggi in modo abituale e ripetitivo, ma che ha in sé un significato profondo e che, anche se non lo si direbbe, ha subìto delle trasformazioni nel corso del tempo. Passarelli narra la vicenda del segno della croce dal punto di vista storico e, allo stesso tempo, ne indaga il significato dal punto di vista della spiritualità e del senso. Già ai tempi dello scrittore filosofo romano Tertulliano (211) il segno della croce era da lui visto come un’azione che i cristiani ripetevano quotidianamente e più volte al giorno.
Da Roma, passando per Africa cristiana fino alla Siria, i cristiani avevano l’abitudine di replicare il segno della croce per allontanare il demonio e per proteggersi da ciò che si riteneva causa di sofferenza (malattia per esempio). Durante la lettura si scopre dell’esistenza di un segno della croce piccolo e grande. La piccola croce è quella che si fa con il dito pollice (o indice) della mano destra, ritenuta la mano benefica, e ispirato, si pensa, da un passo del libro del profeta dell’Apocalisse, collegato alla figura di Cristo. Poi c’è il grande segno della croce, presente già nell’VIII secolo, anch’esso compiuto con la mano destra che va dalla testa alla stomaco, passando per le spalle. Proprio per questa ritualità si svilupparono nel corso dei secoli diverse visioni e interpretazioni, a volte anche polemiche, della gestualità cristiana diversa da quella bizantina. Il mondo cristiano e la Chiesa cattolica adottarono il fare il segno della croce da sinistra a destra in modo definitivo solo dopo il Concilio di Trento (1545-1563).
Più complicata invece la situazione nel mondo greco-bizantino, dove il segno della croce va prima sulla spalla destra e poi sinistra, e dove un tempo si accesero diverse polemiche su quale fosse il modo più giusto di impostare le dita per effettuarlo. Nel 1439 nel Concilio di Firenze, il segno della croce prese per l'ortodossia della chiesa bizantino greca la forma del segno della croce con tre dita unite (pollice indice, medio) mentre per l'ortodossia bizantino slava si decise di usare solo due dita distese (indice e medio). I tanti dettagli evidenziano quanto ci sia dietro ad un gesto umile come il segno della croce, nel quale è evidente il riferimento alla Trinità.
La prefazione è di monsignor Giorgio Demetrio Gallaro, Arcivescovo, segretario emerito, Dicastero per le Chiese Orientali; le illustrazioni sono di Laura Nicotra.
Foto Siciliani-Gennari/SIR