Benpensanti e dintorni
La lettera del coordinatore per Brescia e provincia del “Popolo della Famiglia”
Benpensanti e dintorni. Quanto ho amato fin da bambino “Preghiera in gennaio” di Fabrizio de André, un autore fuori dal coro arrivato in famiglia con il primo concept album dei New Trolls e la sua bellissima “Signore, io sono Hirish”…Quanto mi ha intrigato fin da adolescente quel “signori benpensanti, spero non vi dispiaccia, se in Cielo in mezzo ai Santi, Dio, fra le sue braccia, accoglierà il singhiozzo, di quelle labbra smorte”, e quanto ricordo non volessi ascoltarne il seguito: “che all’odio e all’ignoranza preferirono la morte”, per non parlare di quando il pezzo concludeva che “l’inferno esiste solo per chi ne ha paura”…Eccheè -mi chiedevo sconsolato- finalmente qualcuno che canta come Dio comanda della Sua misericordia ma che mi cade rovinosamente sul finale!Eccheè, Fabrizio: nella successiva “La Buona Novella” apri con un “Laudate Dominum”, prosegui con una bellissima “Ave Maria” per poi chiudere con un troppo facile “Laudate hominem”?
No, per favore: mi fa male…Ero anch’io un benpensante, mi chiedevo? No, proprio non mi andava di entrare nell’esecrato club, anche se il mio essere timido e “moderato” figlio della buona borghesia di allora non mi dava troppo scampo: erano i dimenticabili anni ’70.Devo comunque essere riconoscente a De André per il fatto che questo suo stigmatizzare i benpensanti mi ha probabilmente messo in guardia dal diventarlo troppo, anche se non posso certamente sapere se poi sia andata veramente così o meno.Sicuramente quella forse troppo laica “Preghiera” mi ha aiutato a considerare la forma di fariseismo in essa così efficacemente dipinta come un pericoloso osservato speciale da cui guardarsi di continuo; una condizione di intima schiavitù mascherata da sicurezza, come capirò meglio più tardi.Ed è curioso (ma credo interessante) constatare come, a distanza di anni, questo salutare esercizio insegnatomi dal buon Fabrizio mi abbia portato alla conclusione che l’essere benpensante, oggi, appartenga in grande misura agli eredi culturali e politici di chi, allora, accusava di essere tale -o più nello specifico un “servo del potere”- chiunque non sollevasse in aria il pugno sinistro, me compreso.Quelli che sono finiti “in banca pure tu”, per intenderci, anche se “Compagno di scuola” non era certo di De André.“Quelli che io sono cattolico ma vai con la cannabis libera, l’eutanasia, il diritto all’aborto, la colonizzazione ideologica ed il no all’obiezione di coscienza: oooh yeah!”, forzando forse un po’ troppo il mitico Jannacci (mi perdoni), ancora per intenderci. Quelli con il “bollino di qualità”, quello rosso, cambiando ora il colore di quello appiccicato alle famose banane ma con queste rimanendo ampiamente in tema, visto lo stato della Repubblica e della cosiddetta opposizione parlamentare in cui ci troviamo.Quel bollino che, anche se le proiezioni elettorali ti danno sotto al 3%, con il sostegno non indifferente di chi lo finanzia ti garantisce l’esclusivo accesso ai media più potenti e pervasivi, per intenderci ancora più chiaramente.