Impressioni di settembre
Penso ai miei alunni: a quelli che presto rivedrò in classe come agli altri, che dopo gli esami di licenza si sono iscritti alle superiori.E come sempre, nella medesima occasione di inizio anno scolastico, mi vengono in mente in particolare i più riflessivi, pur se pochi. Non necessariamente i più “bravi” e spigliati bensì i più sensibili alle istanze sociali di giustizia e di libertà. Quei pochi che miracolosamente, dati i tempi che corrono, pieni di entusiasmo e di speranza hanno già nel cuore un abbozzo di progetto per la propria vita che comprenda ed abbracci anche il prossimo: che meraviglia!Quei pochi per i quali, debitamente riviste, recupero spudoratamente e rilancio alcune mie “antiche” riflessioni che ritengo ancora attuali. Da buon “boomer” quale sono mi è naturale, a questo punto, il parallelo tra questi “pochi” e la tanto celebrata “meglio gioventù” della mia adolescenza: ragazzi e ragazze di buona volontà ma allora troppo spesso irretiti ed ingabbiati dalle sirene dell’ideologia post-sessantottina dominante, sirene potenti che al tempo cantavano -quanto mai seducenti e lusinghiere, a scuola come sui giornali e nelle Parrocchie- accattivanti melodie sulle macerie provocate dalle quali stiamo ancora camminando.E l’impressione netta è che, oggi, l’attuale “meglio gioventù” sinceramente alla ricerca del bello, dell’amore, della giustizia e della libertà, sia purtroppo e pesantemente in balia della successiva generazione di altre e più raffinate sirene: lupi che sempre nuovamente si travestono da agnello, antica e collaudata strategia per mietere consenso che si potrebbe definire diabolica e che oggi, nell’era della comunicazione globale, diffusa e pervasiva, è tanto più efficace e pericolosa.Ma chi è questo lupo così difficile da smascherarsi? Lo chiamerei il lupo di “Imagine”, la famosa canzone di John Lennon, che abilmente mimetizzato tra condivisibili istanze di libertà e di pace, propone un ipotetico mondo “and no religion, too”: un mondo senza religione. Quasi che quest’ultima, astutamente presentata senza i doverosi distinguo tra una religione e l’altra (della micidiale serie “tutte le religioni sono uguali”), sia in qualunque caso un ostacolo sulla via della pace, della fratellanza, della giustizia e, in fin dei conti, della felicità e della realizzazione personale. Quasi che la religione -e segnatamente quella cattolica, l’unica che è oggi lecito, se non meritevole, attaccare- sia da superare se non da abolire perché discriminatoria, divisiva (!) ed irrimediabilmente in rotta di collisione con il progresso, per sua natura positivo. Quasi che il cattolicesimo non abbia storicamente avuto un ruolo centrale ed insostituibile nella costruzione della cultura nella quale siamo nati ed in virtù della quale, se lo vogliamo, possiamo ancora oggi vivere da persone libere.
E se il lupo di “Imagine “non dovesse funzionare, c’è sempre la possibilità di addomesticarla, questa religione: siede sempre in panchina il lupo di quel cattolicesimo pret (!)-a-porter che forse è perfino più deleterio della sua negazione e che tanto dilaga. Il cattolicesimo illusoriamente inclusivo di chi crede che le chiese si riempiranno nuovamente “diggiovani” una volta abbassata l’asticella, questo senza nemmeno sospettare che proprio il traguardarla e finalmente superarla possa essere, per questi ultimi, potente occasione di gioia, di pienezza e di crescita, anche nella fede. Tutto poi dipende dall’ “allenatore” e dal fascino che la sua personale esperienza sa o non sa trasmettere. Dai suoi occhi più o meno luminosi, insomma… E’, in estrema sintesi, il lupo dell’umanoide ed antico delirio di onnipotenza che oggi si presenta nel cortocircuito buonista ma tanto gratificante del pensiero unico radical-spritz -ma non solo- e della mistificazione, fino all’abolizione, del reale: della famiglia, del maschio e della femmina, del padre e della madre, dell’impegno, della rigorosa documentazione, della riflessione critica, della vera informazione, del vero confronto, della vera felicità, del vero amore, della fatica, del divieto, della sofferenza, della morte e, perché no, di Dio stesso.E’ il lupo travestito da agnello che mi auguro i nostri ragazzi imparino quanto prima a riconoscere ed a combattere, cosa oggi sempre meno facile: diamo loro ed ai loro amici una mano al riguardo, in casa, a scuola, sui media, negli oratori, in chiesa.Aiutiamoli (aiutiamoci) a capire che se non lasciamo umilmente a Nostro Signore il compito di stabilire cosa sia bene e cosa sia male finisce irrimediabilmente che per noi lo stabiliranno, a loro esclusivo vantaggio, in termini di denaro e di controllo, i padroni del vapore: non c’è scampo…Ed il bello -si fa per dire- è che se questo succederà sarà nella pia illusione che gli artefici di questo processo di “liberazione” saremo noi: inconsapevoli burattini della situazione, schiavi che smettono di adorare Dio per ridursi ad adorare le proprie catene.“Ma intanto il sole tra la nebbia filtra già/Il giorno come sempre sarà”.