Come offrire un’educazione sessuale autentica, gioiosa e cristiana
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Qualche giorno fa un mio amico mi confidò di vivere la sessualità come un incubo, come una condanna, considerando una creatura che nasce non come un figlio amatissimo di Dio, ma come un prodotto dell’attività sessuale. Perciò se l’attività è illecita, se manca l’origine controllata, crede sia giusto buttar via il prodotto. Ma siamo giusti, com’è possibile quest’inflazione di peccati mortali che il mio amico denuncia? Secondo me ci troviamo di fronte ad una mania ossessiva che di fatto limita la libertà e la responsabilità morale. Il peccato è una cosa seria, non vorrei che perdessimo il senso delle sue proporzioni in senso inverso. Ora non sto qui a fare il teologo, ma credo che esista e resista nella mentalità dei cattolici, una corrente di pensiero con una concezione, se non errata, almeno distorta del corpo, quasi che esso sia per se stesso il luogo della tentazione, del piacere proibito e del peccato, in opposizione all’anima.La persona umana, uscita dalle mani di Dio, è invece una e indivisibile, corpo ed anima, splendida sintesi indissolubile che sta all’apice della creazione. Si potrebbe ripetere per il corpo ciò che Cristo ha detto del matrimonio: “L’uomo non separi ciò che Dio ha unito”, perché all’inizio non fu così. Dio ama il nostro corpo al punto di aver inventato quel miracolo che è la resurrezione della carne. Il Signore non ci ha dato il corpo come tormento (sarebbe un sadico), ma come strumento per esprimere sensibilmente l’amore. Il peccato sessuale è tale proprio perché si manca di rispetto alla profonda bellezza del sesso. Quando ero bambino mi dicevano che l’orgoglio è il peccato degli angeli, commettere atti impuri è quello delle bestie. Può darsi, ma resta il fatto che tante umili “bestie” siano state perdonate e riabilitate da Gesù, mentre gli angeli orgogliosi sono stati scaraventati all’inferno senza tanti complimenti. Impariamo da Gesù e vergogniamoci; Lui assolutamente puro, ha saputo accoglier le prostitute, noi impastati di fango stentiamo ad accordare comprensione e tenerezza ai giovani troppo innamorati. Sbagliamo, ma certo che sbagliamo, ma nel loro rapporto c’è pur sempre l’amore.
Guidiamo i nostri ragazzi a scoprire il senso della sessualità nel progetto dell’amore di Dio e nella loro storia personale, aiutiamoli a capire che la morale cattolica chiede dei sacrifici ma è sostanzialmente una legge di libertà molto bella, aiutiamoli a credere che la purezza non toglie nulla all’incanto dell’innamoramento e dell’amore, ma anzi ne esalta la bellezza. Offrire un’educazione sessuale autentica, gioiosa e cristiana, non è facile, anche perché i primi a dover essere ducati siamo forse noi genitori. Credo comunque che l’essenziale sia guardare più in là della legge e scoprire la presenza di Dio e del suo amore nella vita di ogni uomo e di ogni donna.
31 mar 2015 00:00