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Brescia
di SEBASTIANO LAURITANO 30 gen 2025 11:13

Democrazia, governo del popolo

Il 20 gennaio scorso è stato il giorno dell’insediamento del 47esimo Presidente degli Stati Uniti d’America, quel “luogo” del mondo che frequentemente abbiamo citato come “culla” della democrazia. Il punto è se per democrazia si intenda anche quella “libertà” che il “popolo sovrano” utilizza nella scelta elettorale e se, l’eletto, possa essere considerato “democraticamente eletto” quando, al primo posto del proprio compito istituzionale, rende operativo il proprio programma.

È questo, a mio parere, il punto della “questione democratica” o dell’interpretazione – di parte – del concetto di democrazia che abbiamo noi cittadini europei.

Ogni candidato esprime il proprio programma e, su questo, si presenta al proprio elettorato che, democraticamente, decide a chi dare il proprio consenso, il proprio mandato. Finito il momento dello spoglio si scopre, specie in Italia, come nessuno perda, tutti hanno vinto anche quando i numeri dicano il contrario, ma sono superiori alla precedente tornata elettorale; torniamo però al giorno americano. Inizio a sentire e leggere l’intellighenzia nostrana che vuole mostrare il primo strappo delle vesti anche solo per sottolineare come la nostra Presidente del Consiglio sia l’unica leader europea presente all’insediamento del nuovo Presidente americano, come fosse uno sgarbo istituzionale nei confronti dell’Europa – politica – e non una forte sottolineatura del ritorno dell’Italia nei contesti internazionali. Abbiamo felicemente vissuto il positivo epilogo della liberazione “lampo” della nostra Cecilia Sala dalle poco ospitanti prigioni iraniane. Beh, non comprendo il problema, sarà forse il non riconoscimento dell’Europa o la conferma della incompiuta “unità europea”? Non credo. Credo invece che è sempre auspicabile esserci.

Facciamo però un piccolo passo indietro, è il bello del parlare dopo. Fino a qualche mese fa, i democratici americani (gli amici degli amici) hanno stabilito che il proprio Presidente – Biden – fosse quasi o totalmente incapace di intendere e volere, spingendolo a ritirarsi dalla competizione elettorale a favore della VicePresidente Kamala Harris in quanto l’unica in grado di sovvertire i sondaggi mettendo in campo la più elevata partecipazione della Elite americana. Volete il risultato? Non solo Trump ha vinto le elezioni americane, ma le ha stravinte con il particolare risultato di controllare sia il Congresso che il Senato e, di conseguenza, con il voto del Senato, anche la Suprema Corte, bel risultato non c’è che dire.

Un piccolo passaggio lo merita sicuramente Elon Musk; il tycoon tecnologico sudafricano che viene apostrofato dal nostro saggio Fausto Bertinotti come il “nuovo reazionario della internazionale nera”, non era tanto preoccupato dell’internazionale rossa; vogliamo parlare della questione “Starlink” con il paventato rischio nel cedere i nostri dati, la nostra privacy e la nostra sicurezza nazionale all’azienda SpaceX?

Per rispondere a questi timori, vorrei ricordare una delle dichiarazioni di Roberto Cingolani, AD e DG di Leonardo che ha riferito come “SpaceX rappresenta la realtà tecnologica più evoluta”, se l’Italia compra il servizio Starlink, spetta poi “al nostro paese crittare e proteggere i segnali che vengono trasmessi” e Leonardo sa “come si fa e possiamo raggiungere questo risultato attraverso tecnologie di cui siamo in possesso”.

Ci lasciamo con la preghiera di non demonizzare la “democrazia” quando il voto non rappresenta la nostra idea politica, cercando invece di ascoltare meglio la “voce del disagio” che proviene dal popolo votante.

SEBASTIANO LAURITANO 30 gen 2025 11:13

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