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Brescia
di M.VENTURELLI 20 feb 2015 00:00

Non si vive di solo credito, firmato Apindustria

Dall'analisi dei cicli finanziari sulle pmi bresciane condotte dal centro studi della sigla di via Lippi e dall'Università di Brescia emergono tempi di pagamento tra le imprese che ne appesantiscono fortemente il fabbisogno finanziario. Il presidente Sivieri "gira" alle altre associazioni di categoria la proposta di un tavolo dei pagamenti

I numeri non tradiscono mai, soprattutto quando a maneggiarli è chi sula certezza delle cifre ci vive. Così Apindustria e l'Università degli studi di Brescia si sono messi al lavoro e, prendendo a campione i bilanci di 439 imprese associate, hanno quantificato l'effetto che i ritardi sui pagamenti hanno sulla situazione finanziaria delle stesse imprese.
Abbassando poi i tempi di riscossione del ciclo credito/debito ai 60 giorni previsti da una direttiva europea recepita anche dall'ordinamento italiano, il fabbisogno netto crolla di 175 milioni di euro e l'indebitamento finanziario netto cala del 55,4%.

I due partner dello studio (il centro studi della sigla di via Lippi e il gruppo di ricerca dell'Osservatorio sulla crisi e sui processi di risanamento delle imprese dell'Università degli studi, coordinato dal prof. Teodori) hanno passato in rassegna i bilanci degli ultimi cinque anni (2009-2013) di 439 aziende campione, da cui sono stati estrapolati i dati sui tempi medi di pagamento a fornitori e quelli di riscossione dai clienti e i dati relativi alla gestione finanziaria (indebitamento a breve e oneri finanziari).

Prendendo in esame il solo 2013 la ricerca ha evidenziato come le imprese abbiamo tempi medi di riscossione dai clienti di 110 giorni (da un minimo di 87 a un massimo di 213, inversamente proporzionali al fatturato aziendale) ma paghino i fornito a circa 103 giorni (da 59 a 157): il peso degli oneri finanziari netti che deriva impatta negativamente sul margine operativo lordo delle azione per il 15%.

Con una simulazione la ricerca ha cercato di comprendere quali conseguenze potrebbe avere sull'equilibrio finanziario la riduzione dei tempi di pagamento e di riscossione ai 60 giorni previsti per legge sin dal 2012. La simulazione ha dimostrato che il fabbisogno finanziario netto (le risorse finanziarie effettivamente occorrenti per realizzare gli investimenti programmati) delle imprese si ridurrebbe in misura drastica: 175 milioni di euro di risparmio di liquidità sui 331 milioni di euro attuali.

Numeri che, per i non addetti ai lavori, si tradurrebbero in una minore dipendenza delle imprese bresciane dal sistema del credito.

"Sappiamo che i risultati a cui siamo giunti - ha affermato il presidente di Apindustria Douglas Sivieri - possono anche essere guardati con diffidenza in un sistema che ha nel rapporto con le banche un suo punto di forza. Riteniamo comunque utile sottoporlo all'attenzione anche delle altre associazioni che rappresentano il mondo produttivo locale perché un intervento sui tempi di riscossione e di pagamento chiede uno sforzo comune e condiviso".

Per questo il presidente di Apindustria chiede, dopo l'attivazione del tavolo del credito, anche la nascita di quello dei pagamenti, perché è necessario che il mondo imprenditoriale si metta insieme in uno spirito mutualistico.

Perché nella filiera indicata nello studio non c'è qualcuno a cui compete il primo passo. Serve, invece, una svolta culturale per un serio ripensamento dei tempi di pagamento.

Nei prossimi giorni gli esiti delle ricerca saranno girati a tutte le altre associazioni imprenditoriali per in modo che possa nascere una sorta di "modello Brescia" da esportare a livello nazionale in modo che anche la politica possa prenderne atto e varare, magari anche a titolo sperimentale una normativa ad hoc. "Perché - ha concluso Sivieri - non possiamo accontentarci di quel minimo di ripresa che il calo del prezzo del petrolio e il rapporto vantaggioso euro/dollaro oggi garantiscono all'economia italiana. Servono anche azioni concrete che rendano strutturali questi passi in avanti e la nostra proposta può servire alla causa".
M.VENTURELLI 20 feb 2015 00:00