La protesta degli agricoltori italiani nel cuore dell'Europa
Le ragioni della manifestazione di ieri a Bruxelles e di quelle in corso al valico del Brennero spiegate dai bresciani Francesco Marinoni (presidente Confagricoltura Brescia) ed Ettore Prandini (Coldiretti)
La manifestazione ha riunito seimila agricoltori di tutta l'Ue ed è stata accompagnata da una conferenza stampa dei Presidenti del Copa e della Cogeca che hanno incontrato anche il Commissario Ue all’Agricoltura Hogan. Tra i manifestanti è presente una delegazione di Agrinsieme, il coordinamento che riunisce Confagricoltura, Cia, Copagri e Alleanza delle Cooperative agroalimentari.
Sono sei le proposte che l’Italia ha sottoposto alla Commissione: il miglioramento dei sistemi di tracciabilità ed etichettatura dell’origine del latte; lo stoccaggio privato dei formaggi e delle carni, una misura straordinaria di aumento del prezzo di intervento per il latte in polvere; una campagna di promozione straordinaria sul latte e le carni suine sul mercato europeo e sui Paesi terzi per il rilancio dei consumi e il sostegno delle esportazioni; la creazione di un gruppo di alto livello europeo per un’analisi costante del mercato del latte europeo dopo la fine del regime delle quote; lo sviluppo di piattaforme logistiche nei Paesi terzi, con un finanziamento apposito della Bei.
Francesco Martinoni, presidente di Confagricoltura Brescia, è stato perentorio: “Nel settore lattiero siamo ben al di sotto dei costi di produzione e numerosi imprenditori agricoli rischiano di doversi arrendere e chiudere la propria stalla; il 90% della produzione lattiera europea viene venduta sul mercato Ue, quindi il mercato interno è vitale, abbiamo bisogno di un intervento da parte delle istituzioni comunitarie”. Inoltre, secondo il presidente regionale di Confagricoltura regionale, “Il comparto agricolo è l'unico per cui l'Unione Europea ha sviluppato una vera e propria politica comunitaria ed è quindi evidente che spetti alla Commissione europea nei momenti di crisi mettere in atto misure straordinarie per superare l'emergenza: una richiesta che non arriva solo dai produttori italiani, ma dagli agricoltori di tutta Europea”.
Sempre ieri, ha preso il via al valico del Brennero, tra Italia e Austria, la mobilitazione di Coldiretti contro l’importazione di latte, cagliate e polveri, che dall’inizio della crisi ad oggi sono aumentate in valore del 28%. La manifestazione prosegue anche oggi con la presenza di migliaia di agricoltori provenienti dalle diverse Regioni.
Secondo un’analisi di Coldiretti sono cresciuti del 12% gli arrivi di carne di maiale spesso destinati a diventare prosciutti italiani, mentre le importazioni di cereali, pronti a diventare pasta e riso spacciati per Made in Italy hanno fatto registrare addirittura un vero e proprio boom (+59%), con un +77% per il grano e un +80% per il riso. Netta pure - continua la Coldiretti - la crescita delle importazioni di frutta e verdura, +44%, con un vero e proprio boom per il pomodoro fresco (+78%), ma cresce anche quello concentrato (+72%).
Aumentano anche - continua la Coldiretti - gli arrivi di succo di frutta dall’estero, +29% spesso venduti come italiani perché sulle etichette non è obbligatorio indicare l’origine ma solo il luogo di confezionamento industriale. Attualmente in Italia l'obbligo di indicare la provenienza è in vigore tra l’altro per carne bovina (dopo l’emergenza mucca pazza) e per il pollo (dopo l’emergenza aviaria), uova, miele, e extravergine di oliva, ma ancora molto resta da fare e l’etichetta è anonima per circa la metà della spesa dalla pasta ai succhi di frutta, dal latte a lunga conservazione ai formaggi, dai salumi fino al concentrato di pomodoro e ai sughi pronti.
“In un momento difficile per l’economia dobbiamo portare sul mercato – conclude il vice presidente della Coldiretti Ettore Prandini - il valore aggiunto della trasparenza e dare completa attuazione alle leggi nazionale e comunitaria che prevedono l’obbligo di indicare in etichetta l’origine degli alimenti. Ma è necessario che sia anche resa trasparente l’indicazione dei flussi commerciali con l’indicazione delle aziende che importano materie prime dall’estero.
M.VENTURELLI
08 set 2015 00:00