Fermiamoci per ripartire
"Se ci dobbiamo fermare ci fermeremo per ripartire presto, ma decidete e non lasciateci soli". E' il monito al Governo lanciato da Douglas Sivieri (Apindustria)
Fermiamoci per ripartire: noi possiamo essere d'accordo ma le imprese non possono essere lasciate sole. E invece è proprio quanto sta accadendo. Il Governo continua a emanare divieti ma non obblighi, non spiega, lasciando le aziende sole a decidere in autonomia se chiudere o meno. Senza ammortizzatori sociali da una parte, con i lavoratori giustamente spaventati dall'altra, preoccupati per la loro salute. Possiamo chiudere e possiamo ripartire, siamo sicuri di farcela, ma vogliamo un Governo che decida. E non che dica che bisogna restare in casa ma tiene aperte le tabaccherie, le ferramenta, le tintorie. Che non dobbiamo lavorare ma lascia maglie larghe aperte ovunque. Che dobbiamo lavorare, ma poco. Che stanzia soldi ma è vago sull'operatività degli stessi. Non va bene: servono chiarezza e sicurezza. Tutte le nostre imprese hanno bisogno di sapere cosa fare. Il Governo ci dice che possiamo restare aperti, favorendo smart working, facendo smaltire ferie e permessi, applicando i protocolli di sicurezza.
Sì, ma quali protocolli? Uno chiaro per tutti o alla fine è responsabilità dell'imprenditore, con tutte le conseguenze del caso. E quali mascherine? Non ce ne sono a sufficienza in giro ma se ve ne fossero quali modelli e ogni quanto cambiarle? Decide questo sempre l'imprenditore? Se decidi di chiudere senza un blocco governativo diventi inadempiente nella filiera. Se tieni aperto metti a rischio la salute. Davvero tocca agli imprenditori decidere della salute pubblica?
Tante nostre imprese hanno già attraversato momenti penosi, difficili, duri. Hanno superato crisi profonde, hanno cambiato pelle per risorgere più forti di prima. Ce la faranno anche questa volta. Insieme ai loro collaboratori, fiduciosi nel futuro. Non saranno due o tre settimane a cambiare il destino delle nostre aziende ma abbiamo bisogno di un Governo che decida non che deleghi a nessuno la gestione della salute pubblica.