Tratta: 1 vittima su 4 in Europa è minorenne
Chat online, social media, agenzie di collocamento online, siti web di assistenza all’immigrazione contraffatti per reclutare potenziali vittime, forum sul dark web, pagamento dei servizi tramite criptovalute: le nuove armi dei trafficanti e degli sfruttatori di esseri umani, che coinvolge soprattutto donne, ragazze e bambine, ma anche ragazzi e bambini, sono sempre più sofisticate. Secondo il nuovo report di Save the children, 1 vittima su 4 di tratta e sfruttamento in Europa è minorenne. La tratta di esseri umani è ancora uno dei mercati illeciti più diffusi e proficui in tutto il mondo, insieme al traffico di droga e armi. I soli casi accertati nel 2020, che hanno dato luogo a procedimenti giudiziari e condanne, riguardano 109.216 vittime nel mondo, un numero che non rappresenta le proporzioni reali del fenomeno in gran parte sommerso. In Europa, dove si stima che il traffico di esseri umani produca in un anno 29,4 miliardi di euro di profitti, ben un quarto dei soli 14.000 casi identificati riguardano vittime minorenni, intrappolate in gran parte nello sfruttamento della prostituzione (64%).
Il rapporto “Piccoli schiavi invisibili” viene diffuso oggi in vista della Giornata internazionale contro la tratta di esseri umani che ricorre il 30 luglio. Analizza le condizioni di bambine, bambini, adolescenti e giovani vittime o potenziali vittime di tratta e sfruttamento nel nostro Paese. Emerge che in Italia aumentano le giovani ivoriane ad alto rischio (sono il 4,6% delle 130 donne e ragazze con 161 figli minori assistite dal sistema anti-tratta italiano all’8 giugno 2022) e le mamme vittime con bambini, che vengono spesso utilizzati come oggetto di ricatto dagli sfruttatori. I casi emersi e assistiti nel 2021 dal sistema anti-tratta erano 1.911 (con 706 nuove prese in carico nel corso dell’anno), in gran parte di sesso femminile (75,6%), mentre i minori rappresentavano il 3,3% del totale (61). Tra le vittime assistite, la forma di sfruttamento prevalente è quella sessuale (48,9%), seguita dallo sfruttamento lavorativo (18,8%). Tra i Paesi di origine delle vittime prevale la Nigeria (65,6%), seguita da Pakistan (4,5%), Marocco (2,6%), e, tra gli altri, da Gambia (2,5%) e Costa d’Avorio (2,3%). Il traffico di esseri umani in Europa genera in un anno 29,4 miliardi di euro di profitti. In Italia, tra i casi assistiti dal sistema anti-tratta, la forma di sfruttamento prevalente è quella sessuale (48,9%), seguita da quello lavorativo (18,8%) e altre forme minoritarie tra cui economie criminali forzate, accattonaggio, servitù domestica.