Slot via da bar e tabaccherie? Bene, ma serve anche altro
Molte realtà del mondo cattolico impegnate nel contrasto della ludopatia e del gioco d'accordo applaudono all'iniziativa del governo, ma chiedono anche di essere ascoltate per mettere in campo azioni realmente efficaci
Una svolta nel contrasto al gioco d’azzardo?
L’annuncio viene dato direttamente dal presidente del Consiglio, Matteo Renzi: “Sul gioco d’azzardo
stiamo per mettere a punto una misura per togliere le slot dalle tabaccherie ed
esercizi commerciali”. Non solo: “Non aumenteremo il costo della benzina né
allargheremo le maglie sul gioco d’azzardo e sulle slot per finanziare la
ricostruzione post sisma”, promette il premier.
“Siamo soddisfatti della dichiarazione di Renzi, anzi
diciamo finalmente. Ma ricordiamo anche che il cinquanta per cento dell’azzardo
è collegato all’usura, mentre aumenta il consumo di azzardo on line. È
necessario quindi un provvedimento ampio e organico, che affronti anche la
questione del gioco on line. Siamo stati i primi a lanciare l’allarme sul gioco
d’azzardo, nel 1998 a Roma. In questo tempo non siamo stati presi in
considerazione e si è aggravata la situazione.”. Lo ricorda monsignor Alberto D’Urso, presidente della Consulta nazionale antiusura
Giovanni Paolo II onlus, che lancia un appello al premier:
“A Renzi chiediamo di essere
incontrarci e di essere ascoltati: se non sente le associazioni che
hanno dato vita al movimento contro l’azzardo, sarà limitato nel provvedimento
che potrà approvare”. D’Urso ricorda che “tra le conseguenze dell’azzardo non c’è solo
la ludopatia, ma anche ricadute economiche molto gravi sul piano personale,
familiare, aziendale e, più in generale, sociale. Noi vorremmo offrire al
presidente prima che legiferi la nostra esperienza quotidiana sul campo”. Mons.
D’Urso denuncia anche “il vuoto che si è creato a luglio scorso con il
pensionamento di Santi Giuffrè come commissario straordinario del Governo per
il coordinamento delle iniziative antiracket e antiusura”.
“L’annuncio di Renzi è un segnale positivo, ma finora
le iniziative per contrastare l’azzardo non sono state sostanziali. Adesso
sarebbe tempo che a questi segnali facessero seguito scelte più efficaci”,
sottolinea don Armando Zappolini,
portavoce della campagna “Mettiamoci in gioco”. “Per noi il segnale più chiaro e inequivocabile sarebbe far approvare una
legge per il divieto della pubblicità, presentata nel luglio 2015 alla
Camera e al Senato, con la maggioranza assoluta dei parlamentari che l’hanno
sottoscritta. Questo significherebbe davvero voltare pagina”, precisa
Zappolini. Certo, “togliere da tabaccherie e bar le macchinette, e spero anche i gratta e
vinci, limita molto l’accesso a questi giochi da parte di fasce più deboli
della popolazione”.In merito all’affermazione di Renzi sul non
allargamento delle maglie su gioco d’azzardo e slot per finanziare la
ricostruzione post sisma, per il portavoce di “Mettiamoci in gioco”, “questo è
ovvio e scontato dopo quello che è successo a L’Aquila”, quando si pensò di finanziare
la ricostruzione post sisma anche “con l’aumento dell’offerta di giochi, senza
produrre nessun supplemento di aiuto a L’Aquila, ma solo guadagni maggiori a
società di gioco: indubbiamente, è bene che l’abbia detto perché in Italia la
memoria è sempre molto fragile”.