Sanità e over 50: un rapporto spesso critico
Una recentissima indagine condotta a livello nazionale mette in mostra i limiti del sistema sanitario
Qualità del sistema sanitario, presenza territoriale e accessibilità ai sevizi sanitari nazionali: sono queste le aree oggetto dell’indagine “L’accesso ai Servizi Sanitari”, realizzata dal Centro Studi 50&Più, centro di documentazione sulla condizione anziana in collaborazione con Format Research, Associazione nata nel 1991 che riunisce le aziende italiane che svolgono Ricerche di Mercato, Sondaggi di Opinione e Ricerca Sociale.. Obiettivo della ricerca, presentata nel dettaglio su redattoresiciale.it, è quello di rilevare, descrivere e analizzare su un campione di 1.000 over 50 anni le difficoltà di accesso ai principali servizi sanitari e valutarli in termini di adeguatezza, qualità e propensione al digitale.
Dai dati della ricerca emerge come le condizioni di salute degli over 50 in Italia siano buone: l’85,7% del campione, infatti, afferma di godere di uno stato di salute tra “molto buono”, “buono” e “discreto”.
“Questa condizione, tuttavia, peggiora con il crescere dell’età – si afferma nello studio -: il 37,6% degli ultra-settantaquattrenni dichiara di sentirsi molto bene o bene in confronto al 44,1% della popolazione tra 64 e 74 anni e il 49,5% di quella compresa tra i 50 e i 64 anni. Da notare come lo stato di salute, oltre che da ragioni demografiche e di storia personale, sia influenzato anche dalla condizione economica; infatti, al crescere del reddito familiare aumenta anche la percentuale di chi dichiara di star bene mentre a redditi più bassi corrisponde uno stato di salute meno buono. Una componente che si lega all’assetto familiare: non a caso, del 13,7% di individui che dichiara di avere uno stato di salute ‘cattivo’ o ‘molto cattivo’, oltre un quinto vive da solo”.
La ricerca indaga aspetti importanti anche sulla presenza dei servizi sanitari, tra mancanze e necessità della popolazione. Emerge con chiarezza come la distanza dei servizi sanitari rispetto alle persone giochi un ruolo importante sull’incidenza dei primi sul territorio nazionale. Il servizio di maggior prossimità è senza dubbio la farmacia (il 75,5% si trova entro un km dall’abitazione), segue il medico di famiglia (44,1% entro un km). Buona anche la capillarità dei Poliambulatori e Centri Diagnostici (46,7% entro due km).
Per gli ospedali, invece, i dati variano in base alla posizione geografica: al Centro e al Sud e Isole si osserva una minor presenza di questi presidi di salute fondamentali; nelle due aree, infatti, vivono ad oltre 10 km di distanza dall’ospedale più vicino rispettivamente il 27,4% e il 26,5% dei cittadini over 50 contro il 13,2% rilevato nel Nord Ovest.
Oltre a risultare come il servizio di maggior prossimità al cittadino, la ricerca evidenzia che la farmacia è il servizio sanitario più frequentato a livello nazionale: il 37% dei cittadini vi si reca almeno due volte al mese o più. Al secondo posto si trova il medico di famiglia (11,3%) e la Asl di riferimento (3,1%).
In relazione alla frequenza con la quale ci si reca dal proprio medico di famiglia, si rileva che oltre alle condizioni di salute, pare influire anche la distanza della propria abitazione dall’ambulatorio. Infatti, all’aumentare della distanza aumenta anche, seppur in misura lieve, il numero dei cittadini che va dal proprio medico una volta al mese o più di rado. Le difficoltà di accesso ai servizi, tuttavia, si scontrano anche con altri impedimenti e sono differenziate per tipologia. Per il medico di famiglia, il 27,6% del campione trova molto o abbastanza difficile trovare il tempo per recarsi all’ambulatorio, mentre per il 25,6% è complicato conciliare gli orari lavorativi con quelli di apertura. Per la Asl, il 43,8% degli over 50 indica come maggiormente ardua la gestione delle modalità di prenotazione e contatto.
Tra le problematiche in tema di accessibilità ai servizi, si riscontra la rinuncia a visite mediche o esami specialistici. Queste scelte sono legate principalmente ai tempi di attesa eccessivi (al 57,1% degli over 50 è capitato “spesso” o “talvolta” di dover rinunciare a causa dei tempi di attesa troppo lunghi) e al costo della visita (32,8%).
“Questi fattori hanno un impatto significativo sull’accesso alle cure e spingono il 44% dei cittadini over 50 a farsi visitare in un’altra città, il 25,5% in un’altra provincia e il 12,3% in un’altra regione – si afferma -. Una frequenza che aumenta in ragione dell’area geografica di residenza: al Sud e Isole questo fenomeno si riscontra in misura maggiore che nel resto d’Italia”.
I tempi di attesa sono quindi il primo motivo che determina dove eseguire una visita medica o un esame specialistico per l’88,6% degli over 50; seguono poi la qualità della prestazione con l’87,2% e la gratuità della stessa con il 78,5%.
La ricerca indaga, inoltre, le valutazioni della popolazione over 50 in tema di qualità dei servizi sanitari nazionali. Mentre i servizi del 118 sono giudicati in modo molto positivo dal 36,6% degli intervistati che hanno detto di averne usufruito (42,7%), le esperienze in Pronto Soccorso sono invece valutate in maniera negativa da oltre il 58,2% di coloro che vi hanno fatto accesso. La presenza di ospedali e ambulatori del Servizio sanitario nazionale è valutata come adeguata rispettivamente dal 67% e dal 58,4% degli over 50. Il giudizio sulla qualità dei servizi è poco positivo nei confronti degli ospedali e ambulatori del SSN, molto negativo sulle case della salute e sul trasporto e accompagnamento dedicato.
Il dato si acuisce nel Sud e nelle Isole, dove il 50,1% della popolazione giudica poco adeguato il servizio offerto dagli ospedali locali.
La telemedicina ha visto una crescita dal 2021: se prima i cittadini che ne avevano usufruito erano il 5,9%, oggi la percentuale sale al 12,8%. Di questi il 59,1% pensa che questo servizio permetta di consultare il medico di famiglia senza andare in ambulatorio, mentre il 52% lo reputa utile a ridurre i tempi di attesa.
Inoltre, il 68% degli over 50 parteciperebbe a dei corsi di digitalizzazione dedicati ai Servizi Sanitari: i più propensi sono i cittadini di 50-64 anni (71,1%) i e i residenti del Sud e Isole (72,5%).