Emergenza alimentare e povertà assoluta
A lanciare l’allarme è la Fondazione Banco Alimentare Onlus che in questi giorni ha attivato una campagna di raccolta fondi per rispondere alle crescenti richieste di aiuto. Giovanni Bruno, presidente della Fondazione: “Dal 2008 al 2016 il numero dei poveri è raddoppiato per poi assestarsi sui 5 milioni. Il rischio è che questi numeri possano raddoppiare in pochi mesi”
Aumentano le richieste di aiuto alimentare in Italia: negli ultimi mesi sono cresciute di circa il 40% su tutto il territorio nazionale, con picchi del 70% nelle regioni del sud. A lanciare l’allarme è la Fondazione Banco Alimentare Onlus che in questi giorni ha lanciato una campagna di raccolta fondi dal titolo "Emergenza Alimentare Italia” per aiutare le persone in difficoltà e sensibilizzare i cittadini sul tema della povertà alimentare. Fino al 5 luglio, infatti, sarà possibile sostenere la campagna con un sms al numero 45582.
L’emergenza sanitaria dovuta al Covid-19, spiega la Fondazione, “ha avuto forti ripercussioni sull’economia, trasformandosi fin da subito in una crisi anche sociale”. I dati parlano chiaro: secondo la Fondazione Banco Alimentare Onlus, il 77% delle famiglie già fragili ha visto cambiare la propria disponibilità economica e il 63,9% ha ridotto l’acquisto di beni alimentari. “Dal 2008 al 2016 il numero dei poveri è raddoppiato per poi assestarsi intorno ai 5 milioni, di cui 1,5 milioni già raggiunti dalla Rete Banco Alimentare - afferma Giovanni Bruno, Presidente della Fondazione Banco Alimentare Onlus -. Il rischio concreto è che questi numeri possano raddoppiare in pochi mesi e che 1 milione di bambini scivolino dalla povertà relativa a quella assoluta”.
Secondo la Fondazione, infatti, la moltitudine di persone chiede aiuto “è destinata ad aumentare nei prossimi mesi con il perdurare della crisi economica - si legge in una nota -: chi ha perso il lavoro, piccoli commercianti o artigiani che hanno dovuto chiudere, persone impiegate nel sommerso che non godono di particolari sussidi o aiuti pubblici e non hanno risparmi accantonati, come pure molti lavoratori a tempo determinato o con attività saltuarie che si sono fermate”.
Chi ha continuato invece a operare nonostante le difficoltà è proprio il Banco alimentare con la sua opera quotidiana di recupero e distribuzione delle eccedenze alimentari. Tuttavia, “questa catena di solidarietà rischia ogni giorno, inevitabilmente, di non riuscire a soddisfare il crescente bisogno - spiega la nota della Fondazione -. La Rete Banco Alimentare sta moltiplicando gli sforzi per rispondere alle richieste di aiuto delle persone in difficoltà, cercando di offrire tutto il supporto necessario alle 7.500 strutture caritative convenzionate. Tutto questo si traduce inevitabilmente in un aumento di costi per gestire i magazzini, il trasporto e la movimentazione del cibo, per dotare tutti i 1.900 volontari stabili degli idonei mezzi di protezione e per le sanificazioni degli ambienti”.