Restrizioni mirate contro la ripresa del Covid
Le Regioni, che oggi incontreranno il governo, chiedono che eventuali limitazioni riguardino, sul modello di quanto sta avvenendo in altri Paesi, solo chi continua a rifiutare il vaccino. Anche la Cei in un passaggio del Messaggio per la giornata della vita 2022 bolla come egoistiche e lontane dalla logica del Vangelo le posizioni no vax
"La situazione in Italia, grazie all'andamento della campagna vaccinale, non è neanche lontanamente paragonabile a quella di altri Paesi europei - come l'Austria - che hanno introdotto misure rigide per i non vaccinati. Il governo sta monitorando in modo rigoroso i numeri e al momento non ci sono nuove restrizioni in vista. Se la situazione dovesse peggiorare nelle prossime settimane o nei prossimi mesi, credo che dovremmo tenere in seria considerazione - come abbiamo sempre fatto - le istanze delle Regioni". Queste le dichiarazioni rilasciate ieri, girono in cui il numero dei nuovi positivi al Covid ha superato quota 10mila (tornando a livelli che non si registravano da maggio) all'Ansa. "Il fatto che quasi l'85% della popolazione abbia scelto responsabilmente il vaccino - ha aggiunto - non potrà non incidere sulle eventuali decisioni da prendere".
Intanto, però, per alcune regioni l’ipotesi di un ritorno in zona gialla si va facendo sempre più concreta ed è per questo che i governatori stanno lavorando a un pacchetto di proposte per fare in modo che eventuali restrizioni imposte da quella che ormai è considerata la quarta ondata della pandemia non finiscano per colpire indiscriminatamente tutta la popolazione. Il fronte dei governatori che vuole evitare strette a chi è immunizzato si va allargando sempre di più: il presidente della Conferenza delle Regioni, Massimilano Fedriga (Friuli Venezia Giulia), Giovanni Toti (Liguria), Luca Zaia (Veneto), Attilio Fontana (Lombardia), Giuseppe Occhiuto (Calabria), Vincenzo de Luca (Campania), Donato Toma (Molise), Nicola Zingaretti (Lazio).
Un green pass “rafforzato”, solo per i vaccinati e i guariti dal Covid, in modo che le restrizioni previste - ancora tenui in giallo, ma pesanti già in arancione - non gravino su chi ha fatto l'iniezione. Tutto come prima, invece, per il mondo del lavoro, con il certificato verde rilasciato a vaccinati, guariti e chi ha un tampone negativo. Questa è la proposta a cui stanno lavorando in queste ore le regioni prima della Conferenza Stato-Regioni convocata dal ministro Mariastella Gelmini. Per questo pomeriggio.
Ieri, intanto, forse anche sulla scorta del costante incremento dei nuovi casi, si è registrato il record delle terze dosi, 150mila. "Ogni persona in più che si vaccina è uno scudo più forte che abbiamo", ha detto il ministro della Salute, Roberto Speranza. Mentre la Cei attacca i no vax, protagonisti di "proteste irresponsabili e contro il Vangelo per una malintesa affermazione della libertà e dei diritti". Il fronte dei governatori che vuole evitare strette a chi è immunizzato si allarga: il presidente della Conferenza delle Regioni, Massimilano Fedriga (Friuli Venezia Giulia), Giovanni Toti (Liguria), Luca Zaia (Veneto), Attilio Fontana (Lombardia), Giuseppe Occhiuto (Calabria), Vincenzo de Luca (Campania), Donato Toma (Molise), Nicola Zingaretti (Lazio).
Una nota critica a chi continua a rifiutare il vaccino è arrivata, seppure indirettamente, ieri dai Vescovi italiani che hanno diffuso il messaggio preparato per la 44ª Giornata nazionale per la vita che si celebrerà il 6 febbraio 2022 sul tema "Custodire ogni vita. 'Il Signore Dio prese l’uomo e lo pose nel giardino di Eden, perché lo coltivasse e lo custodisse'. Ricordando la generosità di chi, sin dai primi giorni della pandemia si è impegnato in modi e forme diverse per custodire ogni vita, i vescovi italiani hanno anche stigmatizzato, seppure in modo indiretto, chi si è schierato contro i vaccini. “Non sono mancate – è un altro punto del messaggio - manifestazioni di egoismo, indifferenza e irresponsabilità, caratterizzate spesso da una malintesa affermazione di libertà e da una distorta concezione dei diritti. Molto spesso si è trattato di persone comprensibilmente impaurite e confuse, anch’esse in fondo vittime della pandemia; in altri casi, però, tali comportamenti e discorsi hanno espresso una visione della persona umana e dei rapporti sociali assai lontana dal Vangelo e dallo spirito della Costituzione”.